Comunque vada il futuro è di Elly. Non c’è congresso che tenga, la Schlein viaggia su un’autostrada verso il futuro. Perché incarna un ponte naturale con quel movimentismo di sinistra, che ormai rappresenta la maggior parte del consenso in quell’area.
Che importa un congresso
Di congressi se ne fanno tanti. Ma di leadership ne escono poche. Questo rappresenterebbe un punto di forza nel Partito Democratico. Poiché nei suoi duemila ed oltre difetti, è comunque un partito che mantiene una struttura.Una leadership come quella di Matteo Renzi, è stata devastante al suo interno.
Ma il PD,in un certo senso ha avuto gli anticorpi per reagire. Da riscontrare in tutti quei bilanciamenti correntizi, nei tanti organismi interni frenanti l’azione plebiscitaria di un segretario affetto di cesarismo. E soprattutto un manuale Cencelli permanente, sulla ridistribuzione dei ruoli chiave. Al quale ogni segretario si deve comunque piegare.
Poi il PD, con le primarie aperte si fa del male da solo. Perché si consegna al plebiscito. E poi lo combatte.
Il problema è che uno come Stefano Bonaccini, è un tipico prodotto della gerarchia di partito. Se fosse un ecclesiastico sarebbe un curiale. I vari bilanciamenti interni, lo frenano in maniera mortale, agli occhi dell’elettorato.
Elly Schlein è fatta di tutt’altra pasta.
L’amazzone movimentista
Elly Schlein posso considerarla antitetica ai miei ideali. Ma la considero molto capace. Chi l’ha sottovalutata dovrà ricredersi.
Se Bonaccini vincerà ,di poco o di tanto, lei sarà capace di delegittimarlo in ogni modo, di boicottarne la segreteria, addebitandogli la colpa di ogni minimo fallimento. Ed al contempo sarà capacissima di apparire comunque agli occhi della base come la giovane guerriera idealista, innovativa, dinamica, amazzone dell’antipolitica.
Un rinnovamento che non ha niente di nuovo. È pur sempre figlia di tutta quella casta di intellettuali che monopolizzano il futuro della sinistra. Che rendono quel futuro estremamente fosco,per la sinistra e per il paese.
Una costante promessa di rinnovamento in grado di essere estremamente devastante, laddove impatta su un freddo gerarca di partito.
Risultato
Elly hai il futuro davanti perché, a differenza del suo diretto avversario, possiede una teatralità necessaria in una politica che è diventata soprattutto comunicazione, a scapito dei contenuti.
Bersani lo ha dimostrato, i contenuti passano il secondo piano nell’era dei social. Le doti di un buon amministratore, contano poco davanti alla capacità di prevalere nei rapporti, sempre più diretti con gli elettori nell’era dei social, che hanno le personalità forti.
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