Caro Direttore,
ho letto il romanzo “M. Il figlio del Secolo” e attraverso il suo giornale desideravo fare i miei più sinceri complimenti ad Antonio Scurati per il Premio Strega. In pochi anni due romanzi sul Duce sono stati vincenti, a dimostrazione di come quel periodo storico sia ancora foriero di cose positive.
Nel seguire il percorso, le apparizioni TV e le interviste dell’autore in vista di tale premio letterario in precedenza più volte sfiorato, mi pare che l’autore abbia fatto una grande operazione commerciale. Lo dico subito: nulla di male. Leggendo il libro, Benito Mussolini affascina, anche nelle pagine dove non è certo dipinto benissimo. Il futuro Duce emerge come un gigante che traccia il solco in mezzo a una massa informe di nani che non sa cosa fare in quel complesso momento storico.
Per capire il clima dell’epoca, il povero Giacomo Matteotti, barbaramente trucidato per motivi gretti e infami, era contestato più dalla sinistra massimalista che dai fascisti, per via del suo essere figlio dei padroni e per essere un “riformista”, che da sempre a sinistra è visto come un insulto. I compagni non facevano parlare Matteotti con la violenza, non i fascisti. L’avesse scritto un autore di destra…
Scurati – al netto di qualche strafalcione storico – ricorda come dopo la Guerra mondiale, i liberali erano ormai superati, con le loro logiche da circolo del bridge, mentre le sinistre erano divise e invise a chi aveva combattuto e vinto la guerra. La violenza politica fu avviata dalle sinistre contro i nostri fanti vittoriosi. E’ bene ricordarlo (ne scrisse Galli della Loggia qualche tempo fa…) e nel libro viene ricordato. Quello che ne seguì fu una mera reazione. Scurati racconta tutto questo, senza censure e omissioni. E dal suo libro il giovane Mussolini – al netto dell’enfasi sulle sue debolezze personali – emerge in tutta la sua luce nel mezzo del buio circostante. Chiudi le ultime pagine e ti viene da pensare che all’epoca non vi furono alternative al suo avvento.
Così non sorprende che – per evitare accuse di apologia, ur-fascismo e processi al tribunale della Murgia – il buon Scurati sia andato in TV a parlare di libro antifa, di fondazione di un nuovo antifascismo, di Mussolini spregevole e poi il pugno chiuso mentre sorseggiava l’ottimo liquore Strega. Tutto fa parte di una precisa operazione commerciale. Un libro leggibile da chi ha una opinione non conforme di quel periodo storico – la stragrande maggioranza degli italiani – “ma anche” da chi invece fonda da decenni la propria rendita di posizione su una ideologia “anti” che appare sempre più stantia. Eppure questa ideologia domina ancora case editrici, giornaloni, TV e premi letterari. Dove, insomma, si fa il battage pubblicitario per vendere più copie. E allora scriviamo in un senso e parliamo in un altro, così da avere la platea di acquirenti del libro più ampia possibile. Il Mussolini di Scurati – per stessa ammissione dell’autore – affascina, nel bene e nel male, ma soprattutto vende. Il marketing in Italia lo inventò D’Annunzio. Scurati forse non lo sa, ma di sicuro lo ha usato benissimo. E ha vinto. Complimenti.