Il professor Marco Gervasoni si è vista negare la sua conferma alla Luiss, Università legata a Confindustria, per un tweet risalente al primo luglio scorso, in cui sosteneva le posizioni di Giorgia Meloni sulla necessità di affondare la nave della Ong Sea Watch.
Come spiega lo stesso Gervasoni, storico, saggista, e sinora titolare alla Luiss del corso di Storia comparata dei sistemi politici (Gervasoni insegna anche in un ateneo pubblico, l’Università del Molise) al Primato Nazionale, la comunicazione del defenestramento è giunta come un fulmine a ciel sereno: “E’ chiaro che un ateneo privato può decidere o meno se rinnovare un contratto”, precisa Gervasoni, “però mi era stato chiesto di indicare gli orari e le date delle lezioni, la bibliografia etc. E infatti fino a poco fa il mio nome compariva nell’indicazione dell’orario delle lezioni. Poi una settimana prima dell’inizio dei corsi mi ha chiamato un funzionario dicendomi che il contratto non era stato rinnovato. Questo è accaduto una decina di giorni fa, casualmente poco dopo l’insediamento del nuovo governo”.
“Io non so cosa c’è scritto nel verbale del consiglio di dipartimento, però so dalle mail del direttore e da relata refero, che la motivazione sono i tweet e in particolare quello sulla capitana Carola. Tweet espressi sul mio canale privato e non a lezione, come fanno invece altri professori della Luiss che spesso si sono espressi contro Salvini davanti agli studenti. E’ grave ed è la prima volta in Italia che ad un professore non viene rinnovato il contratto a causa di una sua opinione politica”.
Il suo tweet aveva questo tenore: Ha ragione Giorgia Meloni, la nave va affondata. Quindi Sea Watchbum bum, a meno che non si trovi un mezzo meno rumoroso”. Il tweet era di luglio, ma il clima politico da assecondare era evidentemente diverso.
Ad avvalorare la tesi dell’epurazione politica c’è anche la composizione del consiglio di dipartimento che ha deciso a maggioranza l’epurazione di Gervasoni. Come riportato da Daniele Capezzone sulla Verità, il direttore del dipartimento è Sergio Fabbrini, definito da Matteo Renzi “uno dei pensatori più importanti del panorama europeo”. Altri membri autorevoli del consiglio sono il professor Roberto D’Alimonte, considerato tra gli ispiratori dell’Italicum e della riforma costituzionale renziana, e il professor Michele Sorice, nome circolato sui media come “possibile consulente nell’ambito della neo istituita commissione statuto del Pd”.
I globalisti oramai si trincerano dietro il fatto che società private dettano le regole in casa loro, così la Luiss come Facebook, un “padroni a casa nostra” in salsa stalinista stile Pravda.
Facile obiettare che anche le Banche siano per lo più istituti privati, ma nella loro funzione pubblica e sociale sono, o meglio dovrebbero, essere sottoposte a regole normative per assicurarne trasparenza e equanimita’.