Conte e il Natale – Qualche giorno fa la sospetta letterina del piccolo Tommaso che scrive al Presidente del consiglio di fare in modo che Babbo Natale possa arrivare. A seguire la risposta di Conte, in un patetico, ridicolo e grottesco siparietto al quale nessun italiano merita di assistere in questo momento.
Come se tutto questo non fosse bastato il Presidente Conte ci ha anche dispensato consigli su fede e spiritualità, dicendoci che alla fine il Natale da soli è meglio per ritrovare quel valore spirituale di una festa sempre più votata al consumismo.
Forse Conte si è confuso, forse non ha capito che fra i ruoli del Presidente del consiglio non rientrano quelli di precettore o padre spirituale degli italiani. Non ricorda che lui è il capo di un governo, governo che forse senza pandemia sarebbe già un lontano ricordo.
Conte col Natale si è fatto troppo prendere la mano
Il buon Conte forse si è fatto prendere troppo la mano. Fra un decreto e l’altro, ha pensato di diventare anche il confessore spirituale di un popolo allo stremo.
Voglio sperare che buona parte degli italiani non cadano in questa populista versione del pater familias che risponde ai bambini (bambini che scrivono da un indirizzo pec) e somministra consigli spirituali.
Perché il Presidente del consiglio in questo momento dovrebbe avere ben altre preoccupazioni, e ben altri quesiti a cui rispondere… con tutto il rispetto per il piccolo Tommaso e la sua richiesta natalizia. Il paese sta affondando, anche se diviso in 3 zone, e la gente sta morendo, di fame e di covid.
Si preoccupi di questo il buon Conte, invece di scrivere letterine o dispensare consigli spirituali.
Perché non è andato tutto bene, e non andrà meglio se Conte aspira a diventare anche il nostro padre spirituale.
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