Conte-Grillo: incomprensioni continue
E’ in atto fra i 5stelle un “battibecco” continuo fra l’ex Presidente del Consiglio e il comico genovese
Una sorta di duello a distanza che pone un serio quesito sulla leadership e sulla tenuta del Movimento.
Chi di fatto tiene il timone del partito pentastellato?
Un problema che nasce dall’interno, ma che finisce per coinvolgere tutta la politica italiana.
A dividerli è la differente visione, quasi contrastante, dei due Beppi.
Conte, nella sua lettera aperta a Beppe Grillo, ricorda le norme statutarie del Movimento 5stelle di “custodia dei valori fondamentali dell’azione politica e del potere di interpretazione autentica, non sindacabile, delle norme statutarie”.
Ovvero pone un quesito, se non proprio di legittimità ma quasi, di gestione di attività politica, soprattutto in sede di trattazione con gli alleati per candidature e programmi
In questo Conte parla di “veto” e addirittura “di inibizione della consultazione assembleare su uno o più temi della vita del Movimento” attuata da Grillo.
Sicuramente non uno scenario tranquillo in casa pentastellata. Ma Conte va oltre quando parla di “ insuperabile ostacolo visione del principio democratico (di Grillo) su cui si fonda ogni esercizio di attività associativa”. E in seguito Conte si erge a professore tracciando la lezione sui principii fondamentale dell’ordinamento giuridico italiano a riguardo degli organi associativi.
Sempre trattando argomentazioni giuridiche (e non di opportunità politica) fa appello allo Statuto e della mission democratica e populista che ha avuto fin dalla nascita il Movimento. Richiama le disposizioni della Carta dei Principi e dei Valori, del Codice Etico e una serie di norme che stabiliscono l’attività politica del Movimento.
La sua è una difesa da avvocato
La lettera sembra più una memoria difensiva piuttosto che una lettera politica. Elenca articoli dello Statuto, commi e documenti per portare aventi il suo pensiero normo-centrico.
Duella con Grillo sul simbolo (che nessuna norma può impedire di essere cambiato). Afferma che la Carta dei Valori può essere sempre e comunque modificata, ribadisce che il doppio mandato è previsto dal codice Etico, anch’esso comunque modificabile.
Quindi per Conte nessuna preclusione può essere imposta all’assemblea, tantomeno dal “Reuccio” Beppe Grillo, che invece – a dire dell’ex presidente del Consiglio – ha posto in più di una occasione.
Lo scontro di fa arduo quando Conte arriva ad accusare Beppe Grillo di concezione “dominicale” del Movimento. Gli si riconosce il merito di essere socio fondatore del Movimento ma che in questo contesto ha la pretesa di “comprimere il confronto deliberativo all’interno dell’associazione”
E i toni per nulla pacati fanno intendere di potare a strascichi di contenziosi legali e a potenziali scissioni.
Ma vi è l’ulteriore rischio di allontanare associati e simpatizzanti 5 stelle e compromettere l’esistenza stessa del Movimento. E’ per questo motivo che Conte, a conclusione della lettera, si sente autorizzato “a valutare possibili iniziative dirette a sospendere l’esecuzione delle prestazioni a carico del Movimento derivanti dalla malleveria”. Ovvero esautorare completamente Grillo a parlare a nome del Movimento 5stelle.
Ma dove sta in definitiva la verità?
Ognuno dei due duellanti ha una visione personale del partito 5 Stelle. Grillo rivendica il suo ruolo di principale di “titolare effettivo” del movimento, in quanto fondatore dello stesso.
Conte non ci sta. Si sbraccia pur di ottenere autonomia di movimento e plasmare il suo partito secondo le proprie idee e i propri valori. Due strade inconciliabili che rende difficile comprendere chi di fatto comanda e con chi il PD e gli altri alleati possono incontrarsi.
La discussione sta portando i 5 stelle a un vuoto di potere, che non rende legittimi né autorevole le due anime del partito
Non si sa di fatto chi rappresenti il Movimento e chi abbia titolo per comunicare al pubblico le scelte del partito.
Una situazione di forte perdita di credibilità. In vista anche delle difficili trattative con il PD e un’altra personalità che sta provando in ogni modo a riaffacciarsi nella politica italiana ovvero Matteo Renzi. Sarà quindi legittimato Conte a trattare con il boy scout di Rignano?
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