Eugenio Giani ci credeva tanto, ne era convinto. Con toni trionfalistici, anche su le testate di amicizia politica come il TG3, aveva dichiarato urbi et orbi che la Toscana non sarebbe diventata rossa. Toscana isola felice. Poi la doccia fredda, arrivata in diretta da Roma.
Da lunedì 29 marzo la Toscana diventa rossa. Con buona pace delle dichiarazioni di Giani.
I dati sono freddi, la matematica non è democratica. Con oltre 250 casi per 100.000 abitanti scatta automaticamente il rosso. Peraltro colore naturale dei governatori toscani da oltre 50 anni. Ed è bastato un solo caso per rovinare i sogni di gloria del Giani ottimistico e riportare la Toscana al colore più temuto da tutti. 251 casi.
Tutte le belle parole di stamani spazzate via da un volgare caso.
Adesso però questi 15 giorni devono essere fatte per bene. Perché ci sono persone che soffriranno ancora di più per questa chiusura ulteriore.
È inutile diventare rossi, fare chiudere le attività e poi non fare i controlli e vedere gente a strasciconi (come diciamo a Firenze). Ci vuole severità e pugno di ferro. Dato che non possiamo appellarci al senso civico di certe persone.
Vediamo se: la perdurante zona rossa che già esisteva nelle altre regioni, il fatto che continueranno a fare vaccini e (si spera) un po’ di autoregolamentazione delle persone, possano portare a un rapido abbassamento della curva epidemiologica.
E una preghiera a Giani: prima di fare dichiarazioni con tanto di fanfara e poi farsi sme…ntire da Roma, la prego caldamente di informarsi. Onde non infondere false speranze nei cittadini toscani.
Leggi anche: Capigruppo PD. La prima mano va a Renzi
www.facebook.com/adhocnewsitalia
Tweet di @adhoc_news
SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT