Coronavirus – Ad oggi, in Italia si registrano 2.470 nuovi positivi per un totale di 23.073 malati di coronavirus. Un aumento inferiore rispetto a quello di ieri (2.853) tanto che “anche se mancano i dati della Puglia e della provincia di Trento, si può parlare di trend in ribasso“, ha spiegato il commissario all’emergenza e capo della Protezione civile Angelo Borrelli.
Dall’inizio della diffusione del virus nel Paese, 27.980 persone hanno contratto il Coronavirus (compresi morti e guariti). Da ieri sono 349 i nuovi deceduti che portano il totale dei morti a 2.158 (ieri l’aumento era stato di 368). Sale anche il numero dei guariti: 414 per un totale di 2.749.
I pazienti ricoverati con sintomi sono 11.025; 1.851 sono in terapia intensiva (+179), mentre 10.197 sono in isolamento domiciliare fiduciario. “Sono 47 i pazienti spostati dalla Lombardia in altre regioni con la centrale remota per le operazioni di assistenza sanitaria (Cross)“, ha aggiunto Borrelli sottolineando che i “pazienti ricoverati in terapia intensiva sono circa il 10% dei pazienti positivi”.
Il commissario ha fatto poi il punto sulle mascherine. “È un tema che ci vede molto impegnati. Registriamo dai Paesi fornitori un ritardo o addirittura dei blocchi delle forniture, decisi dai governi per garantire la propria autosufficienza – ha dichiarato -. Ci auguriamo che a breve si avvierà la produzione nazionale di mascherine, che è prevista anche nel decreto. Ricevo richieste di tantissime aziende che si propongono di produrle“. Poi ha aggiunto: “Le risorse per la Protezione civile sono necessarie e sufficienti, sono convinto che se dovessimo avere bisogno di ulteriore risorse saranno rese disponibili dal governo“.
“È una situazione emergenziale in cui il nostro Paese sta mettendo in campo le migliore risorse“, ha affermato Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, che ha rivolto anche un rigraziamento ai donatori di sangue e al personale sanitario e delle forze armate. Il leggero calo nel numero dei nuovi contagi e delle vittime, registrato nel bollettino, “è un dato che guardiamo con fiduciosa attenzione, lo valorizziamo come un segnale di quanto potrebbero darci tutte le misure prese. Ovviamente va consolidato nel giro dei prossimi 1-2 giorni – ha continuato Locatelli -. L’auspicio è di continuare a vedere questo ‘decremento dell’incremento’ e allora saremo anche più confidenti di poter dire che abbiamo raggiunto un risultato importante per il Paese“.
Secondo uno studio inglese, il coronavirus durerà fino al 2021. Un’ipotesi sulla quale Locatelli ha cercato di fare chiarezza: “Che il virus possa mantenersi anche per qualche mese è possibile, ma nessuno ha dati inconfutabili per dire fino a quando. Se guardiamo ad altri situazione epidemiche che abbiamo vissuto negli anni scorsi, tanto più efficaci saranno le politiche di contenimento, tanto più riusciremo a evitare episodi come quelli che stiamo vivendo“.
Il presidente del Css è intervenuto anche sul tema del contagio da superfici. “Il virus per replicarsi ha bisogno di cellule, da solo non ce la fa – ha spiegato Locatelli -. È possibile che le goccioline di saliva cadendo su superfici in ambienti domestici o di lavoro per un po’ mantengano queste cellule ma è proprio per questo che raccomandiamo di lavarsi spesso e bene le mani. Ma questo tipo di modalità di contagio è assolutamente marginale. La prevenzione fondamentale resta quella del contagio interumano, da qui l’insistenza sulla necessità del distanziamento sociale e della modifica di nostri comportamenti sociali come la stretta di mano o l’abbraccio“.
“Ad ora non risultano soggetti sotto i 30 anni che siano morti per il Coronavirus. I bambini piccoli possono avere il contagio ma di solito non rischiano molto, ma possono passare l’infezione a soggetti più fragili, le persone anziane“, ha aggiunto Locatelli che è intervenuto anche sul tema dei tamponi. “L’Italia è il Paese che a oggi ha fatto largamente il numero più elevato di tamponi – ha detto -. Gli esperti hanno chiaramente identificato le categorie di pazienti meritevoli di essere sottoposti a un tampone. Un allargamento indiscriminato è irrealistico e poco utile per le strategie di contenimento dell’infezione nel nostro Paese“.
Lombardia
“In Lombardia i deceduti sono 1.420, con una crescita di 202 ma inferiore rispetto a quella di ieri, i positivi sono 14.649 (+1.377), i ricoverati 6.171 (+1.273), 823 le persone in terapia intensiva (+66)“. Sono questi i dati forniti dall’assessore al Welfare Giulio Gallera nel corso della conferenza stampa quotidiana sull’emergenza sanitaria in Lombardia.
In provincia di Milano “i positivi sono 1.983 (+233), mentre sono 813 (+711) in città. Ancora un risultato fortunatamente contenuto“, ha spiegato Gallera. Continua a preoccupare invece la situazione a Bergamo dove l’aumento di casi è stato inferiore nelle ultime 24 ore, ma comunque importante con “3.760 casi (+344, ieri erano stati 552)“. Attenzione alta anche in provincia di Brescia dove “registriamo un incremento di casi più sostanziale. I casi positivi accertati sono arrivati a 2.918, 445 in più rispetto a ieri“.
L’assessore ha fatto poi il punto sulle mascherine. “Ad oggi abbiamo acquistato e distribuito più di 4 milioni di mascherine – ha spiegato -. Tutte le ditte fornitrici ci avevano chiesto tempi anche di 15 giorni, noi i contratti li abbiamo fatti con grande tempestività. Gli ordini fatti nelle prime settimane di grande emergenza inizieranno ad arrivare in maniera più cadenzata“. Gallera ha inoltre riferito di un ospedale da campo “totalmente pagato fa una Ong cristiana evangelica americana, la Samaritan’s Pourse” con 60 posti letto e 8 di terapia intensiva che verrà allestito presso l’ospedale di Cremona. Poi l’assessore ha rivolto un appello ai medici in pensione: “Ve lo chiedo veramente col cuore: abbiamo bisogno della vostra competenza, della vostra esperienza, della vostra efficacia. Dateci una mano per la gestione di questa emergenza“.
“C’è un dato positivo, la gente sta rimanendo a casa e ricordo a tutti di continuare questo sforzo – ha affermato Gallera -. Contiamo che per la fine della settimana ci consentirà di vedere finalmente la linea dei contagi non più crescere ma almeno fermarsi. Ciò non significa che da lunedì potremo ritornare a fare la vita di prima. Credo molto che i nostri sacrifici stanno producendo risultati, ma la strada sarà ancora abbastanza lunga“.
Lazio
“Oggi registriamo un dato di 87 casi di positività e 19 decessi“. Lo ha annunciato l’assessore alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato. Fino ad ora, in tutto il Lazio sono risultate positive al test del coronavirus “523 persone. Di queste, 174 sono in isolamento domiciliare, 267 sono ricoverati non in terapia intensiva, 31 sono ricoverati in terapia intensiva, 19 sono deceduti e 32 guariti“.
Nel frattempo, sta continuando “il lavoro di implementazione della rete dedicata all’emergenza Covid-19” con l’ativazione dei quattro Covid hospital nella Capitale. “Con i posti nelle province arriviamo ad una rete complessiva di circa 1.500 posti a disposizione dell’emergenza in tutta la Regione Lazio“, ha continuato D’Amato dichiarando che “escono oggi dalla sorveglianza 1.509 persone, ovvero hanno terminato la quarantena“.
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