La Svezia è una nazione il cui popolo ha una fiducia innata nel proprio Governo, nelle istituzioni e nei propri concittadini. E il Governo di Stoccolma lo sa: infatti, contrariamente alle altre nazioni europee, si è rifiutato di ordinare un lock-down totale per appiattire la famosa curva del contagio del coronavirus. Hanno basato tutto sulla fiducia della popolazione.
Se a uno svedese chiedi (non imponi) di rimanere a casa il più possibile, di mantenere il distacco sociale e di lavarsi le mani per non diffondere il virus, beh… lui lo fa. Risultato? 22 morti ogni 100.000 persone. Record europeo.
Quindi, mentre il resto d’Europa e l’America si chiudevano in carcere, in Svezia la vita ha continuato a scorrere normalmente, mantenendo aperti i confini al pari dei bar e dei ristoranti. I bambini vanno a scuola e la gente si taglia regolarmente i capelli.
Ovviamente anche lì qualcosa è cambiato: sono stati annullati gli eventi sportivi e vietati i raduni con più di 50 persone.
E adesso la situazione negli ospedali è che ci sono 250 letti di terapia intensiva vuoti.
Il ministero della salute ha dichiarato che di prevedere un contagio del 26% della popolazione di Stoccolma entro oggi. Un contagio comprendente anche gli asintomatici.
Chi ne ha beneficiato è stata l’economia che avrà una contrazione prevista del 7% rispetto allo scorso anno. Niente rispetto agli altri paesi.
Il dott. Andres Tegnell è l’epidemiologo di stato. A lui, non ai politici, è toccato il compito costituzionale di gestire l’emergenza sanitaria. Fin dai primi avvisi della pandemia, Tegnell ha deciso di non bloccare la produttività svedese. Un blocco sarebbe stato inutile e dannoso perché, secondo l’autorità sanitaria, bloccare è facile, sbloccare è difficile.
E adesso loro hanno il tasso di contagio più basso d’Europa e l’economia che continua a marciare.
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