Corsa al Green: siamo sicuri della strada intrapresa?
“Ce lo chiede l’Europa”. È una frase diventata ormai un leitmotiv in questi anni, abituati a sentirla dalla classe politica, dagli imprenditori, dalle personalità delle istituzioni, ma anche dai propri familiari quando vengono affrontati certi argomenti. L’Europa ci chiede di effettuare una transizione al “Green” nel più breve tempo possibile, in ogni campo: sociale, trasporto, produzione.
E pensare che il nostro sistema normativo è già, rapportato ad altri sistemi giuridici, abbondantemente “ingolfato” di norme a tutela dell’ambiente e improntato a politiche “verdi”. A Firenze, per esempio, le automobili immatricolate entro il 31 dicembre 2014 (c.d. Motori diesel euro 5) non potranno più circolare in molte zone della città Fiorentina, con annesse problematicità per tutte quelle famiglie che nell’automobile ritrovano quel mezzo mobile prodromico al compimento delle necessarie attività quotidiane. Il peso di queste politiche stanno costringendo, i tanti consociati, a depauperare i propri risparmi, con costi che di fatto non sono certamente accessibili a tutti. Penso a tutti quei cittadini che, in forza di questo provvedimento adottato dalla Giunta Fiorentina , dovranno iniziare a trovare valide alternative. Oggi il mercato automobilistico è accessibile, circa l’acquisto di automobili elettriche, ad un gruppo sociale che esclude facilmente la classe medio-bassa della società.
Insomma, non tutti possono permettersi l’acquisto di un veicolo mobile elettrico all’ultima moda.
Quello che si sta sbagliando in queste scelte sta proprio nell’approccio strutturale. La cosa sensata sarebbe quella di mettere il cittadino nelle condizioni di potersi aprire al “Green” non obbligarlo, dall’oggi al domani, ad adeguarsi. A slogan da “bollino verde”, la strada intrapresa non pare però essere dettata da un giusto buonsenso e da un giusto approccio. Buonsenso, che con molta probabilità, si avrà in Piemonte. I vertici regionali di FDI hanno annunciato che Gilberto Pichetto Fratin (Ministro dell’Ambiente) e Raffaele Fitto (Responsabile Affari Europei) presenteranno un decreto al prossimo Consiglio dei Ministro per far slittare di 2 anni il blocco dei motori a Diesel euro 5; blocco, che sarebbe dovuto scattare a Torino, e in molti altri comuni, a partire dal 15 settembre.
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