Freschi vincitori della Coppa Italia (Primavera, ma meglio di niente!) e con la speranza di riuscire a vivere un’altra finale (questa volta con la squadra maggiore) dopo che nel 2014, e sempre a guida Montella, venne giocata e persa una partita in un clima surreale.
La Coppa dei ragazzi è una bella cosa, io personalmente adoro il calcio giovanile, ma per una società sana come la Fiorentina, onestamente mi pare un po’ pochino. Specialmente se alla proprietà di questa squadra ci sono degli imprenditori del calibro della famiglia Della Valle.
Onestamente, dopo più di 15 anni che detengono la squadra della nostra città, non sono ancora riuscito a farmi un’idea di come i due fratelli marchigiani intendano fare calcio a Firenze. È vero che quando comprarono l’allora Florentia Viola nel 2002 dalle ceneri del fallimento Cecchi Gori, erano completamente digiuni di calcio e soprattutto di Firenze. Ma in 17 anni, anche a essere duro, qualcosina dovresti averla imparata.
E invece assistiamo sempre e ripetutamente ai soliti problemi. Prima di tutto la comunicazione: La società (intesa come persone) non è capace di rendersi simpatica e empatica col tifo. Il 4 marzo dello scorso anno, con la tragedia Astori, era stato gettato un ponte tra Della Valle e tifoseria. La città aveva recepito il messaggio della famiglia Tod’s ma poi… più niente. Da parte della proprietà non c’è stato più in segnale.
Per non parlare di come ogni volta gli allenatori che alzano troppo la testa vengano subito screditati: partiamo da Prandelli che venne prima accostato alla Juventus e poi costretto alla Nazionale. Poi Montella 1, che andò via sbattendo la porta. Sosa? Con la squadra nei primi posti, chiede un piccolo sforzo per cercare di vincere il campionato e, meraviglia, vengono acquistati Kone, Tino Costa e Benaluane, tacendo di Tello. Si sarebbe inca**ato anche Padre Pio!
La Fiorentina non esonera, porta a sfinimento. Questa volta è toccato a Pioli, il quale essendo meno venale di Sousa, dopo essere stato offeso a colpi di comunicati stampa, ha preferito rassegnare le dimissioni, comportandosi da uomo tutto d’un pezzo.
E qui nasce il dilemma. Il buon Corvino aveva già l’accordo con Eusebio di Francesco per il prossimo anno, ma Don Diego si è messo nel mezzo e ha voluto fortemente Montella 2. Motivo? Non è dato di saperlo. Sicuramente però il direttore non ha apprezzato. E nella presentazione dell’allenatore che ha fatto alla stampa, il Corvo si è dimostrato decisamente a disagio. Roba da tormentone. Che sia il preludio a un cambiamento?
Anche se non mi sento di addossare tutte le responsabilità al direttore. Del resto lui è un semplice dipendente. Bisognerebbe un po’ salire nella scala gerarchica e chiedersi: ma l’Uomo Nero? Colui che è il vero responsabile della società? Intoccabile per quale motivo?
Andreotti diceva che a pensar male si fa peccato, ma difficilmente si sbaglia. Quindi le illazioni che possono derivare da molteplici acquisti di sconosciuti atleti pagati bei soldoni, sono una naturale conseguenza. Domanda: dobbiamo rispettare il monte ingaggi, ma allora cosa ce ne facciamo di 30 mezzi giocatori? Non potremmo averne 20, mantenendo inalterati il monte ingaggi (e quindi aumentando il valore dei singoli) e integrare la rosa con i ragazzi della Primavera? Il pubblico di Firenze approverebbe. Però prendendo dalla Primavera non si fanno transazioni…
Ultima annotazione sempre sulla Primavera. Della formazione iniziale della finale col Torino cito solo tre nomi: Ghidotti, Ferrarini, Simondi. Gli unici tre italiani. E poi non devo pensare male!
Poi dovrebbero spiegarmi l’utilità di tenere in Primavera dei ragazzi di 19/20 anni quando in una squadra come l’Ajax giocherebbero (e poi magari perderli a ZERO euro). Dragowski è in scadenza…
La Fiorentina non è una semplice azienda. È parte integrante della nostra città.