Perché Macron continua a terrorizzare la popolazione francese e più in generale quella europea, con dichiarazioni allarmanti dopo ogni colloquio con Putin? A che cosa sta giocando? O di che cosa ha paura?
Il primo grido d’allarme del presidente francese è arrivato come un fulmine a ciel sereno proprio qualche giorno dopo il primo attacco russo all’ Ucraina. Macron sente Putin al telefono e, qualche minuto dopo, dichiara alla stampa.
“Non abbiamo visto ancora niente”. Mentre lo fa disdice tutti gli impegni del pomeriggio e preferisce fare una passeggiata, proprio come farebbe una persona molto sotto pressione.
Le dichiarazioni di Macron non passano inascoltate. La tensione nelle popolazioni europee sale repentinamente. Sale a tal punto, che l’evento militare nel corso di quella stessa notte all’altezza della centrale nucleare più grande d’Europa genera quasi un’isteria collettiva? E’ proprio un caso?
Dire che “non abbiamo visto ancora niente”, che dobbiamo stare all’erta che il peggio deve ancora arrivare è una vera e propria attestazione di paura e di inferiorità, e forse di errore o forse di altro ancora.
Ma cos’è il peggio di cui parla Macron? Cosa gli ha detto Putin nel corso delle 14 telefonate finora intercorse tra loro che lui non sapesse già? E perché il capo di stato di una nazione come la Francia che fa della Grandeur la sua spina dorsale, si lascia coinvolgere così tanto emotivamente?
O c’è dell’altro?
L’episodio si è ripetuto. Qualche giorno dopo. L’intervento di Macron è sulla falsariga del primo “Putin è determinato”.
E Lei Presidente? Lei ha paura o è determinato?
Ieri la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
” Ho Sentito Putin – dice Macron – non c’è spazio per la diplomazia“. Lo dice proprio mentre si cerca di costruire una tregua.
Putin ha trovato con Macron il candidato ideale per divulgare ll suo suo verbo. E lo fa come se fosse la più normale cosa del Mondo.
Sta di fatto che un personaggio così importante come Macron non può permettersi il lusso di sbagliare in comunicazione. Cosa hanno pensato i cittadini dopo averlo ascoltato la prima volta? Come si sono sentiti a vederlo così tremebondo?
Insomma qualcosa sta cambiando e sia che si tratti di eventuali malauguranti, sia che si tratti di atteggiamenti consapevoli, Macron non è all’altezza all’altezza del suo ruolo. Se ha sbagliato o se si fa circuire da un’ombra come quella di Putin, non merita assolutamente di stare là dov’è…
Mi sarei aspettato da lui altri discorsi, altri confronti, almeno pubblicamente, mi sarei aspettato altro. Qualcuno dice che è colpa del vicino turno elettorale. Uno così non lo voterei mai e voi?
A me piacerebbe riascoltare la voce di chi ha scritto quello che state per leggere, di chi le parole che seguiranno le ha pensate e pronunciate e vaticinate. Oggi avremmo bisogno di uomini così.
Era il 13 maggio 1940
“Lo scorso venerdì sera ho ricevuto da Sua Maestà l’incarico di formare un nuovo governo. Era necessario che questo venisse fatto in un solo giorno in considerazione dell’estrema urgenza e durezza degli eventi… Abbiamo di fronte a noi la più terribile delle ordalìe. Abbiamo davanti a noi molti, molti mesi di lotta e sofferenza. Voi chiedete: qual è la nostra linea politica?
Io rispondo: fare la guerra per terra, mare, aria. Guerra con tutta la nostra potenza e tutta la forza che Dio ci ha dato, e fare la guerra contro una mostruosa tirannia insuperata nell’oscuro e doloroso catalogo del crimine umano. Questa è la nostra linea politica. Voi chiedete: qual è il nostro obiettivo? Posso rispondere con una parola. E’ la vittoria. Vittoria a tutti i costi, vittoria malgrado qualunque terrore, vittoria per quanto lunga e dura possa essere la strada, perché senza vittoria non c’è sopravvivenza”.
«Non ho null’altro da offrirvi se non sangue, fatica, lacrime e sudore».
Winston Churchill
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fonte: nicolaporro.it