Il 25 settembre viene già vista come una data fondamentale della storia della terza Repubblica. Temuta, attesa, implorata, strappata.
Un mix esplosivo tra la Liberazione del 25 Aprile, e la resa dell’8 Settembre, si pone già come discrimine della nostra storia recente, e forse come ultima spiaggia.
Ma sarà una spiaggia già vista: stessa spiaggia, stesso mare.
In questi giorni si stanno definendo le alleanze per affrontarsi nell’agone elettorale: Calenda sì o no, Di Maio certo, la Bonino forse.
Non è importante.
Non lo è perché il Centrodestra comunque sia vincerà, quanto lo decideranno non i votanti ma gli astenuti, siano essi di centrodestra o (novità degli ultimi cinque anni) di centrosinistra.
Scenari da terzi poli
È infatti ai non votanti che si rivolgono adesso i partiti, per motivarli a recarsi alle urne.
Centrodestra un po’ fanfarone e centrosinistra incerottato se la vedranno, ma terzo polo Renzi-Calenda e ciò che rimane dei pentastellati determineranno la vittoria della compagine capeggiata dalla Meloni.
Tutto scritto? No. Perché quel governo durerà ben poco, pungolato e tormentato ogni giorno da richieste di dimostrare di essere atlantista ed europeista, fiaccato a colpi di Spread e rating. Getterà la spugna dopo pochi mesi, dovendo gestire, tra il biasimo dei giornaloni, Covid, crisi energetica e recessione.
A quel punto sarà tutto nelle mani dell’inquilino del Colle, molto probabilmente non più Mattarella ma Draghi, acclamato a quasi unanimità.
E ritornerà di moda il PD ‘responsabile’ e soprattutto il terzo polo sornione, che sarà l’ago della bilancia ancora una volta.
Facili previsioni. Sta a noi non farle avverare, con un foglio di carta ed una matita copiativa.
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