La Fondazione Tommasino Bacciotti – Paolo Bacciotti non è un uomo. È la prima metà di un cuore enorme. L’altra metà è sua moglie Barbara. A causa di una tragedia che li ha privati del loro figlio Tommaso dopo due soli anni di vita, hanno deciso di dedicare i loro sforzi a chi sta passando quello che loro hanno dovuto subire.
Dopo molta insistenza da parte mia, ha deciso di mettere da parte il suo essere schivo e di rilasciarmi un’intervista che, spero, possa convincervi a sostenere la Fondazione Tommasino Bacciotti.
Due (o più) domande a Paolo
D: Ciao Paolo. prima di tutto grazie per quello che fate. Quando nasce la fondazione Tommasino Bacciotti?
R: La Fondazione nasce nel 2000, pochi giorni dopo la morte di nostro figlio Tommasino. Era nato il 17 dicembre del 1997 e il 19 dicembre del 1999 è volato in cielo dopo praticamente due anni di ospedale a causa di un tumore al cervello. Dopo pochissimi giorni, assieme a mia moglie Barbara, abbiamo dato alla luce questa fondazione. Aiutiamo i bambini e le loro famiglie che vengono a curarsi all’ospedale Meyer di Firenze.
D: Nasce purtroppo da una brutta storia che nessun genitore dovrebbe vivere:
R: Sono storie di vita determinanti che ti portano a cambiare il modo di vivere, di pensare, di agire. Ma soprattutto ti cambiano la visione del mondo che fino a quel giorno hai visto felice per la nascita di un figlio. Per poi catapultarsi in un tunnel dove non vedi più la luce. Quando ti dicono che tuo figlio di nemmeno un anno ha un tumore celebrale, il mondo ti cade addosso.
D: Complimenti a te e Barbara: avete trovato la forza non solo di reagire, ma di far nascere dalla disperazione qualcosa di grandioso. Ci vuole tanta volontà
R: La forza ci è stata data dal cambiamento. La morte di Tommaso ci ha aperto un’altra vita. Abbiamo visto altre realtà che non pensavamo esistessero. Abbiamo scoperto associazioni, persone che aiutano chi, come noi, è in difficoltà. Da 20 anni abbiamo deciso di vivere accanto a persone che, come noi, soffrono. E allora, con la Fondazione, mettiamo a disposizione quattro borse di studio all’ospedale Meyer; aiuti alle famiglie; ma soprattutto diamo un appartamento a quelle famiglie che vengono da lontano. Una casa dove ricreare il concetto di famiglia. Fondamentale per la cura dei bambini malati. In modo totalmente gratuito.
D: Considerando che voi avete un lavoro che vi occupa tutti i pranzi e tutte le cene, ma dormite mai?
(Paolo non risponde e sorride. Non è il tipo da glorificarsi. Eppure insieme alla moglie e a tutta la famiglia, pranzo e cena, lavora nel proprio ristorante Tullio a Montebeni. Senza mai mancare una volta.)
D: A chi si rivolge la Fondazione?
R: A quelle famiglie che, come abbiamo purtroppo fatto noi, devono affrontare l’incubo di un tumore dei loro figli.
D: Ad oggi quanti appartamenti avete a disposizione delle famiglie?
R: Siamo partiti nel 2010 col primo appartamento e oggi siamo quasi a 23 appartamenti.
D: E, scusa se lo sottolineo, sono a titolo completamente gratuito, vero?
R: Noi alle nostre famiglie non chiediamo un centesimo. La fondazione si preoccupa di pagare i 100.000 euro di affitti, i 40.000 euro di utenze. Sono totalmente gratuiti per tutto il periodo della degenza. 6 mesi o 2 anni non fa differenza. Già il percorso per le famiglie è complicato. Almeno non abbiano la preoccupazione di affitti e tutto il resto. Le famiglie si devono solo preoccupare dei loro piccoli. Forniamo anche assistenza psicologica e i nostri volontari portano in macchina i bambini a fare le terapie.
Questo porta ad un risparmio sensibile per la sanità. Pensate che quando era malato Tommasino, doveva stare anche un mese e mezzo ricoverato. Oggi possono fare terapie in day-hospital e tornare negli appartamenti.
D: Come sopravvive la Fondazione?
R: Ogni mese, grazie agli aiuti di Mukki, di Conad, di un pastificio fiorentino, riusciamo anche a fornire 300 euro di generi alimentari di prima necessità. Ci finanziamo con cene, con i panettoni a Natale, le colombe e le uova a Pasqua. Con i mercatini, le bomboniere solidali. Purtroppo questa annata disgraziata ha penalizzato anche noi. Ci sono venuti a mancare importanti contributi. Le donazioni per noi sono fondamentali.
D: Quali sono le strutture che si appoggiano a voi?
R: Come dicevo in primo luogo da 20 anni con l’ospedale pediatrico Meyer, ma da 3 anni abbiamo anche undici camere al Centro Don Gnocchi, il centro di riabilitazione ortopedico. Questo grazie al contributo della Regione Toscana e dell’assessore Saccardi e all’ASL di Firenze. Questo centro è unico in Toscana e permette di fare riabilitazione ai bambini che escono dal Meyer senza andare in altre regioni.
Un po’ di numeri della Fondazione Tommasino Bacciotti
Il 90% delle famiglie a cui danno ospitalità vengono da fuori regione. Nel 2019 hanno ospitato 140 famiglie, con permanenze lunghe. La Fondazione Tommasino Bacciotti ha bisogno di fondi, sempre e costantemente. Ed è per questo che vi chiedo di dare una mano.
Adesso abbiamo a disposizione il 5×1000. Il codice fiscale della Fondazione è 94078280487. Ma qualsiasi donazione è fondamentale.
Email: info@tommasino.org – IL SITO DELLA FONDAZIONE