Covid: si indaga sulla gestione dell’emergenza, ma senza convinzione
Meloni lo aveva messo nel programma elettorale nel settembre 2022. Oggi è realtà. A novembre 2023 è stata istituita la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria causata dal Covid
E’ stata istituita – certo – ma con forti limiti non previsti nella bozza iniziale (7 gli articoli in tutto) approvata alla Camera, che rischiano di rendere del tutto inutile il lavoro della Commissione.
Tanti, troppi, i paletti che limitano le indagini
Molti parlano apertamente di “fregatura”, di commissione farsa e si appellano a Mattarella.
Il nocciolo della questione riguarda l’art.3 della bozza, quello che elenca i compiti della commissione parlamentare. Se infatti la bozza originale, bloccata al Senato, prevedeva la possibilità di indagare “sugli eventuali obblighi e restrizioni carenti di giustificazione in base ai criteri della ragionevolezza, della proporzionalità e dell’efficacia, contradditori e contrastanti con i principi costituzionali”, adesso questa possibilità è stata cancellata (soppressione art.3 lettera v).
Depennata definitivamente
Non si avrà più la possibilità di indagare sulla eventuale legittimità della dichiarazione dello stato di emergenza e delle relative proroghe, nonché della decretazione di urgenza. Rimane la possibilità di pronunciarsi sul fondamento scientifico delle misure di contenimento (art.3 lettera t).
Per molti una vera e propria beffa
Lo stato di emergenza, i Dpcm di restrizioni imposti in fretta e furia, le iniziative anche finanziarie prese alla “leggera” non rientreranno, quindi, fra le indagini della Commissione parlamentare. In questi giorni dove tristemente si è avuta una riabilitazione del dottor De Donno, morto suicida, per aver “osato” curare i propri clienti con il plasma dei pazienti guariti, ci sarebbero tutti i presupposti per fare luce su un periodo oscuro della nostra Nazione e sulle iniziative dell’allora esecutivo Conte e del ministro Speranza. In particolare sulla necessità della massiccia imposizione di vaccini a tutta la popolazione, vaccini inoculati senza un periodo di test sufficiente.
La Commissione si costituisce, ma potrà agire in maniera limitata, quasi “stentata”, in quanto la modifica dell’articolo 3 è stata convintamente voluta dai partiti dell’attuale opposizione, in particolare dal Partito Democratico.
Ma per alcune testate giornalistiche ad essere coinvolta è anche la maggioranza, rea di essersi asservita alla creazione di una commissione “monca” sul nascere.
Eppure l’indagine su un tema così importante quale quello sanitario avrebbe una duplice importanza
Servirebbe a dare una linea di norme nel caso malagurato che ricapitasse un problema pandemico serio nel nostro Paese, delimitando i poteri dell’esecutivo e degli organi dello Stato. Inoltre consentirebbe un aggiornamento delle procedure da attuare nell’ambito del servizio sanitario ferme al 2006 (il cosiddetto piano pandemico previsto nel punto c della bozza), procedure che porterebbero ad una rapida risposta di ospedali e centri di cura.
Rimane invece l’art.3 punto r), relativo a indagare su eventuali abusi, sprechi e irregolarità, comportamenti illeciti e fenomeni speculativi che abbiano interessato le attività, le procedure di acquisto e la gestione delle risorse destinate al contenimento della diffusione e alla cura della malattia da SARS-COV 2 da parte del Governo”. Il successivo punto s) elenca gli approfondimenti in 3 ulteriori commi, relativi agli 1,25 milioni di euro di dispositivi di protezione individuali prodotti in Cina, ai contratti di appalti di strutture sanitarie destinate a pazienti Covid, agli hub vaccinali, i centri cosiddetti “primule”, e in generale alla gestione della campagna di vaccinazione. Infine, rientra tra le indagini l’acquisto di banchi a rotelle per le istituzioni scolastiche, oggetto di forti polemiche.
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