Covid-19: Il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha emesso l’ordinanza n.54, datata 6 maggio 2020, concernente “ulteriori disposizioni in merito ai test sierologici rapidi connessi all’emergenza pandemica da Covid-19”
Richiamando le leggi in materia di igiene e sanità pubblica, la Regione Toscana a guida Pd ha ampliato le categorie di soggetti ai quali effettuare con priorità il test sierologico rapido, con oneri a carico dei bilanci delle Aziende sanitarie. Le suddette categorie riguardano lavoratori ed operatori di determinati settori, selezionati in ragione del rischio espositivo e della esigenza di tutela della salute pubblica.
IL TESTO DELL’ORDINANZA
Qui di seguito riportiamo le categorie coinvolte: “Contatti stretti di casi positivi; studenti universitari delle facoltà sanitarie che abbiano accesso all’interno di strutture sanitarie e socio-sanitarie; medici ed infermieri operanti come libero professionisti; odontoiatri libero professionisti; tabaccherie; i magistrati ed il personale amministrativo delle giurisdizioni ordinaria, amministrativa e contabile che hanno rapporti con il pubblico; operatori ed ospiti delle strutture di accoglienza per migranti; maestri; insegnanti e personale ATA delle scuole di ogni ordine e grado e personale afferente agli asili nido e campi estivi al momento della ripresa delle attività.”
A leggerla così sembra una buona iniziativa, visto che alcuni potranno finalmente accedere in modo sistematico al test sierologico necessario alla prevenzione della diffusione del virus. Il problema, però, sta proprio qui: si tratta solo di una porzione della popolazione che ogni giorno deve uscire di casa. Se si considera che alcune delle categorie a rischio Covid-19 alle quali è stato dato accesso gratuito prioritario, lavora o vive a contatto con altre al quale questo non viene concesso, è facile intuire che il sistema diventa inefficace. Per includere i migranti è esattamente questo il ragionamento di cui hanno tenuto conto, perché allora non farlo valere per tutti?
CHI DOVRA’ PAGARE IL TEST?
La Regione Toscana ha quindi ordinato “di consentire l’effettuazione del test sierologico a beneficio dei lavoratori ed operatori, liberi professionisti e non, che abbiano ripreso l’attività o la riprendano, a seguito della cessazione delle misure, di cui al DPCM 10 aprile 2020 e della entrata in vigore del DPCM 26 aprile 2020, nonché dei lavoratori ed operatori, liberi professionisti e non, che non abbiano mai interrotto, dall’inizio della dichiarazione di emergenza pandemica, la propria attività ed abbiano avuto contatto con il pubblico.
L’esecuzione del test avverrà a cura e spese degli stessi soggetti che potranno avvalersi dell’accordo che Regione Toscana sottoscriverà, in prima istanza, con i laboratori, identificati dalla ordinanza n.39/2020, che si sono già dichiarati disponibili. E
successivamente con qualsiasi ulteriore laboratorio, accreditato o autorizzato, che voglia aderire. Nel quale si definiranno, per i predetti test, tariffe calmierate idonee a consentire una equità di accesso alle prestazioni in esame;”
In poche parole, dunque, il test sarà a pagamento proprio per molte di quelle categorie già vessate dalla crisi economica. Gli italiani, accettando fortissime e talvolta grossolane, incoerenti ed anticostituzionali privazioni della libertà, hanno fatto la loro parte. Le istituzioni, invece, continuano ad agire in modo tutt’altro che ordinato, preciso e rispettoso. Alla base di tutto, come stiamo ripetendo ormai da due mesi, vi è la disarticolazione sistematica trentennale operata nel settore della sanità. Finita la crisi sanitaria dobbiamo immediatamente riappropriarci della sovranità economica, tornando ad investire poderosamente nella spesa pubblica e risollevando così i settori essenziali per il nostro sviluppo e la nostra sopravvivenza.
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