Arrivano i raggelanti numeri dell’Istat sulla crisi generata dal lockdown nel secondo trimestre 2020. Il settore delle agenzie di viaggi, risulta essere il più colpito con un calo del fatturato del -93% rispetto al 2015. Seguono a ruota l’hôtellerie (-88%), il trasporto aereo (-79%) e i servizi di ristorazione (-64%). In una sola parola: il turismo.
Dati incontestabili che, secondo gli allarmi delle associazioni di categoria della filiera, avrebbero dovuto rappresentare il punto di riferimento per adottare provvedimenti tempestivi a sostegno delle imprese coinvolte nel comparto. Un intero asse economico del Paese è stato azzerato rispetto ad altri settori. Telecomunicazioni e informatica, ad esempio, nel primo semestre 2020 hanno fatto registrare cali di fatturato di appena il 2%. A fronte di questo disastro, con milioni di lavoratori in stato di precarietà, il Governo ha fatto solo qualche provvedimento di scarsa incisività come il bonus vacanze.
L’INSUFFICIENTE EFFETTO RIMBALZO
L’unico dato confortante diffuso dall’Istat è squisitamente previsionale. Riguarda quello che i tecnici definiscono “effetto rimbalzo”, ovvero una timida inversione di tendenza nel recupero del fatturato previsto per il terzo trimestre dell’anno. In questo, però, dobbiamo tenere contro dell’effetto traino rappresentato dal mese di agosto, durante il quale un lievissimo recupero era già preventivato. Ma gli stessi analisti dell’Istat si affrettano a precisare che il rimbalzo sarà di breve durata e comunque non sufficiente a consuntivare un anno finanziariamente disastroso.
Tutto questo in un quadro generale dove il ciclo economico italiano era già debole. La ripresa post crisi economica era in rallentamento già dal 2017, in un contesto di palese stagnazione in cui, per l’appunto, i dati migliori arrivavano proprio dalle ottime performance del settore del turismo.
In buona sostanza il Covid-19 ha annullato questi effetti. Andando a colpire duramente uno dei pochissimi comparti dell’attività economica italiana che lo scorso anno aveva fornito un contributo cruciale alla crescita, se pur lievissima, del Paese. E se già a fine 2019 si vedevano cenni di recessione, la crisi sanitaria e il lockdown hanno dato il colpo di grazia, contraendo sia la domanda che ovviamente l’offerta di tutti i servizi turistici.
Aleggia adesso la grande incognita dell’inverno. Praticamente tutti gli operatori della filiera, dai tour operator agli albergatori, non possono ancora fare affidamento sulle stime di vendite delle vacanze natalizie. Una corsa al buio semplicemente perché il terrorismo psicologico generato intorno al Covid-19 preclude ogni possibile previsione a brevissima scadenza.