SI riapre! Torno a scrivere di attualità e di politica economica dopo le notizie di questi giorni. Partiamo da quella più importante: si riapre. Per essere più precisi molti settori economici non hanno mai chiuso. Altri come il turismo ed i servizi connessi tra i quali la ristorazione, hanno subito un lungo scacco matto. Relegati in un angolo con il sostenimento di ristori a volte non sempre “utili”. Comunque sia, si riapre.
Il Comitato Tecnico Scientifico, sempre tenuto in gran considerazione dal Ministro della Salute Speranza, stavolta non ha influito sulle scelte del nostro Primo Ministro. Diciamo che Mario Draghi ne ha tenuto conto, ma, e questa secondo me è la notizia, stavolta si è invertita la tendenza. E le scelte le ha fatte chi deve scegliere, non i tecnici che forniscono solo pareri autorevoli. E quindi il nostro Primo Ministro ha deciso. Si riapre. I tecnici facciano i tecnici, i politici scelgano, e su questo aspetto non si torni più indietro. Sarà la regola del Governo presieduto da Mario Draghi.
La novella del coprifuoco
Lo spessore del nostro Premier a livello internazionale, dove tutti i paesi occidentali stanno riaprendo, fa si che anche noi riapriamo. Si dirà che il coprifuoco alle 22 è troppo poco, ma par di capire che il 15 maggio, cioè tra tre settimane, stante la campagna vaccinale in corso, dovrebbe essere rivisto quantomeno alle 23. Per poi andare al 1 giugno alle 24 per tutta l’estate. E quindi il CTS torna ad essere un comitato che da pareri. Nulla di più.
Le famiglie e le imprese dei lockdown non ne possono più. Non solo è un problema economico, ma è soprattutto un problema psicologico. Non è facile resistere alle imposizioni pur se a fin di bene. Le fotografie che girano di vie e piazze vuote con a fianco autobus e metro pieni hanno ormai fatto venire un corto circuito nervoso nella popolazione.
Lo spessore si misura da molte cose. Quello di Mario Draghi, oggi si misura dal titolo centrale del Financial Times, dove a caratteri cubitali c’è scritto: “Draghi plots €221bln rebuilding of Italy’s recession ravaged economy” (Draghi progetta la ricostruzione dell’Italia da 221miliardi di euro).
PNRR
Questo la dice lunga sull’importanza che la comunità internazionale dà al nostro premier. Il PNRR, il nostro piano di ricostruzione nazionale prevede infatti 135 progetti per rilanciare l’Italia. Il primo sarà la riforma della Pubblica Amministrazione, e il secondo sarà la riforma della Giustizia, argomento questo caldissimo, sul quale non voglio pronunciarmi perché veramente troppo delicato.
Queste due riforme di fatto cambieranno lo Stato Italiano tra sei anni. Altri interventi riguarderanno gli appalti e le semplificazioni sui permessi ed autorizzazioni, trasporti, fonti rinnovabili, la riforma della protezione della proprietà industriale, e interventi in campo sanitario e molto altro.
Ma non è solo PNNR. È che se il CTS esce ridimensionato, perché chi decide decide e non delega ad altri responsabilità, di fatto uscendo rimaneggiato come ruolo se non a quello di comitato autorevole, il ruolo dei ministri tecnici come quello dell’Economia e delle Finanze, sodale di Draghi il Ministro Daniele Franco, e quello dello Sviluppo Economico, Il Ministro Giorgetti, ed il Ministro del Turismo, il Ministro Garavaglia, ambedue leghisti, a questo punto verrà esaltato.
I “veri” ministri di Draghi
È riconosciuta da tutti la bontà del Ministro Giorgetti, dottore commercialista, politico e tecnico, e del Ministro Garavaglia, un consulente aziendale con due lauree, Bocconi e Statale, e con questo il governo Draghi comincia a prendere sostanza. Non vedo in questo momento storico altri ministri politici capaci di incidere.
Il turismo, l’industria italiana per eccellenza, diffusa in mille attività da nord a sud, isole comprese, è in mano ad un ministro con capacità acclarate.
Di Giorgetti allo sviluppo economico è come quando si usa dire “è il topo nel formaggio”. Dossier scottanti, ma capacità di dire no. Ad esempio come nel caso IVECO per la cessione di asset strategici (qui l’articolo), capacità di mediazione e visione europea. Io direi dei partner politici del Governo Draghi, il politico Giorgetti è quello più in sintonia con il nostro Primo Ministro. E peraltro questa esperienza, formativa direi, lo acclara anche come un politico su cui poter contare negli anni a venire per competenza e capacità. D’altronde quando si fa una squadra, anche se compri il miglior giocatore, poi devi creare un amalgama perché altrimenti non crei il gioco di squadra.
Nella squadra di Draghi, oltre al fenomeno del Premier ci sono dei giocatori come questi due ricordati che ben rappresentano il meglio del Paese per dar seguito alla ripartenza.
“Lui”, con i suoi sodali per tenere saldo il polso dei conti, “due ministri” apprezzati da tutti, competenti e di qualità, un ruolo internazionale importante per la nostra nazione. “Lui” tanto importante che si può permettere di parlare ai dittatori senza timori. Facciamolo lavorare “Lui” e la sua squadra, c’è stoffa. Si riapre e si riparte. Avanti tutta. Barra a dritta.
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