La deputata del MoVimento 5 Stelle Giulia Sarti nel mirino di un attacco informatico, con ignoti che hanno diffuso sul web alcune sue foto intime sottratte illecitamente dalla mail dell’onorevole circa cinque anni fa e circolate già all’epoca. Una circostanza che oltre a provocare l’unanime solidarietà per la deputata da parte degli esponenti di tutti i partiti, ha anche provocato la ferma condanna del presidente della Camera Roberto Fico e del Garante per la Privacy, che ha raccomandato ai media di non diffondere le suddette immagini.
Non è un periodo facile per la Sarti, fino a qualche settimana fa presidente della commissione Giustizia. Nella serata di martedì, infatti, la trasmissione Le Iene ha mandato in onda l’annunciato servizio con l’intervista a Bogdan Tibusche, l’uomo che lei aveva accusato di essersi appropriati dei soldi delle mancate restituzioni al fondo per il microcredito e le cui dichiarazioni, invece, hanno aperto uno squarcio sull’esistenza di presunti video registrati in casa Sarti a insaputa dei protagonisti.
A spiegare l’accaduto è stata la “iena” Filippo Roma, autore di tutti i servizi sulla “Rimborsopoli grillina“. “Stanno circolando due tipi di cose – ha detto a Un giorno da pecora – Le vecchie foto dell’onorevole Sarti, a suo tempo rubate dall’hacker, e ora nuovamente in circolo, magari da qualcuno che le aveva conservate e che ora, visto che si è tornati a parlare dell’argomento, le ha nuovamente distribuite. E poi c’è un filmato fake, un video con una ragazza dai capelli mori che non c’entra nulla con la Sarti, non e’ lei e nemmeno gli somiglia, che si accoppia con un tizio e viene filmata con un cellulare”.
Il caso ha destato scalpore nel mondo politico. Unanime la solidarietà alla Sarti. “Quello che sta subendo è vergognoso. La diffusione di immagini private è un atto vigliacco e bene ha fatto il Garante della privacy a richiamare l’attenzione dei mezzi di informazione al rispetto della normativa. A Giulia la solidarietà mia e quella di Montecitorio” ha detto il presidente della Camera Roberto Fico.