Da Giorgia a de Gaulle passando per Cossiga.Sembra un giro assurdo, quasi privo di logica. In realtà è uno dei percorsi più lineari che politicamente si potrebbe percorrere in Italia.
Più lineare dal punto di vista istituzionale, visto che la nostra Repubblica è una copia, ancora più fragile, di quella che era la quarta Repubblica francese.
La partitocrazia
Una repubblica parlamentare di partiti, incapace di guardare oltre ad un orizzonte estremamente limitato. Ingessata, per non dire paralizzata. Questa oggi è la Repubblica Italiana, quella negli anni cinquanta era la Repubblica francese. Partiti e partitini costantemente in guerra tra loro, ed incapaci di adempiere al ruolo che la costituzione gli assegnerebbe.
In Italia sono ormai 40 anni che si parla insistentemente di riforme. Da dopo mani pulite , con sempre maggiore insistenza ma tutto resta bloccato, di fronte all’inadeguatezza del sistema partitico attuale.
De Gaulle
Guardare a Charles de Gaulle è illuminante, poiché lui fu un uomo in grado di superare questa stasi, con il mutamento istituzionale che portò al sistema semipresidenziale francese. Sistema che sarebbe quello più adatto all’Italia . Semplicemente i nostri cugini d’oltralpe, pur con le dovute diversità, sono un popolo ed un sistema estremamente simile a noi. Anzi probabilmente, visto che l’unità italiana è stata fatta dal Piemonte, che in buona parte era uno stato satellite nell’orbita di una grande Francia, quello francese è nettamente il sistema più simile al nostro. Perché ha potuto portare il suo influsso nel modello amministrativo italiano più di ogni altro stato.
Il Picconatore
Guardare a Cossiga perché, con tutti i pregiudizi che si possono avere verso la sua figura, fu l’unico a capire l’importanza di una riforma che andasse verso l’elezione diretta del Capo dello Stato. Fu l’unico che invocò una riforma in senso gollista della costituzione, proprio quando , la stagione di tangentopoli stava minando il sistema paese.
Cossiga voleva mantenere il primato della politica. Voleva per forza di cose che restasse in piedi, un ruolo attivo della politica nella gestione del paese. Oggi delegato in buona parte, a poteri terzi dello Stato.
La Meloni
Noi non abbiamo un Charles de Gaulle. Ossia non abbiamo una figura di padre della patria, che potrebbe sperare di scardinare il sistema dei partiti come fece il Generale in Francia. Una delle maggiori ragioni della nostra debolezza risiede nel fatto che non c’è un personaggio unificante della nostra coscienza nazionale in epoca repubblicana.
Però Giorgia Meloni detiene un grande vantaggio in questo momento. Ossia quello di essere, dopo anni di governi tecnici, il primo presidente del consiglio che ha ottenuto un mandato Popolare diretto dagli italiani.
L’occasione deve essere sfruttata non solo per governare l’Italia, ma per cambiare l’Italia esattamente come si è proposta di fare con la concessione di una seria autonomia alle regioni e soprattutto, a controbilanciarla, l’elezione diretta del capo dello Stato.
Oggi Giorgia Meloni può salvare quel che resta della Repubblica, razionalizzando il sistema come fece un Charles de Gaulle sul finire degli anni cinquanta dello scorso secolo in Francia.
Leggi anche: E-commerce: prosegue il trend positivo, ma quali sono i prodotti più venduti?
www.facebook.com/adhocnewsitalia
SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT