5stelle 5stelle 5stelle
Non rinchiuderti, partito, nelle tue stanze, resta amico dei ragazzi di strada, scriveva Majakovskij.
Il Movimento Cinque Stelle è quello che oggi richiama di più la storica figura di Masaniello. Da difensore del popolo ad adagiato sui privilegi. Era il movimento che predicava con fervore giacobino: primo rivoluzionario l’assoluta sacralità della volontà Popolare. Oggi, con i suoi più illustri rappresentanti comodamente adagiati sugli scranni parlamentari, hanno un campo visivo molto più ampio e molto differente rispetto ai programmi che li hanno portati lì.
Quindi vedono molte più cose ma sui particolari e vedono un po’ sfocato. E dunque la volontà popolare e qualcosa di indefinito, poco chiaro e magari anche astratto. In pratica solo una frase.
Dunque non è per forza obbligatorio ridare la voce agli elettori. E non è più neanche così scandaloso per loro persino negargliela.
Il popolo è sovrano, ma per loro è anche il Parlamento. E se popolo e Parlamento non vanno d’accordo? Ma la nostra è una democrazia parlamentare. Ma non l’hanno sempre combattuta? Vabbè in fondo sono pronti al confronto con i partiti, che Grillo qualche anno fa addirittura voleva addirittura abrogare.
I 5Stelle hanno sposato tutto quello contro cui combattevano
Ora che c’è la pandemia e si usa tanto la democrazia digitale, magari non è il caso di ascoltare la volontà di un popolo che non può capire. Ha una prospettiva limitata agli occhi dei suoi rappresentanti. Ed ecco che il passo è breve: il popolo ha delegato la fiducia a dei rappresentanti quindi decidono loro per il popolo. I grillini hanno pienamente sposato tutto quello che hanno sempre combattuto. O detto di combattere.
Fiumi di appelli ai cosiddetti responsabili, il cui disprezzo prima sbandieravano apertamente alle folle.
Si capisce: le percentuali non sono più quelle di una volta, ed il taglio dei parlamentari non aiuterebbe il movimento in caso di elezioni. Capisco anche che non abbiano la coerenza di quei Parlamentari repubblicani ottocenteschi che eletti si dimettevano per non dover giurare fedeltà alla monarchia. Oggi non ci si può aspettare quella coerenza e quella dignità da chicchessia.
Però certo sembra assurdo vederli disposti anche a proporzionalizzare il sistema pur di tenere in piedi la legislatura. In aperto spregio al voto di due referenda popolari che andarono in senso maggioritario. Con un chiaro ritorno a governi creati da alchimie parlamentari, in barba alla volontà degli elettori.
Non hanno la minima remora a fare eleggere ad un parlamento che chiaramente non gode più del consenso degli italiani, un presidente della Repubblica che rispecchierebbe probabilmente una sensibilità che non va bene alla stragrande maggioranza degli elettori.
E magari uno di quelli che dovrebbe frenare l’eventuale vittoria di forze politiche a loro non gradite. Con chiaro mandato di sostenere quell’Europa della Finanza alla quale loro dicevano di essere antitetici.
Il loro giustizialismo feroce era un tempo privo di qualsiasi temperanza. Dogmatico, inderogabile che a volte quasi non distingueva tra indagato ed imputato, che inneggiava festante al tintinnio delle manette. Il lato più triste della giustizia perché la punizione è necessaria, il goderne e soprattutto il non usarla con parsimonia ricorda le peggiori derive che in Francia portarono al fallimento della rivoluzione.
Da odiatori della vecchia politica a amici di Mastella
Ieri volevano archiviare tutta la vecchia politica ed i rappresentanti delle più longeve dinastie di potere. Oggi non avrebbero problemi a restare al governo grazie al voto personaggi come Sandra Lonardo in Mastella, con il cui marito appena un anno fa si sarebbero vantati di rifiutare di prendere anche un caffè .
Ma si sa come idealmente Maximilien Robespierre chiedeva da giovane cittadino rappresentante della rivoluzione l’abrogazione della pena di morte, una volta al potere ne fece largo uso.
È semplicemente la storia che si ripete, una volta che si entra nella casta i privilegi, lo scopo azione costante della volontà popolare, il compromesso che si disprezzava diventa il pane quotidiano. L’appannaggio parlamentare piccola va bene ascoltare la messa te la vecchia politica di Palazzo.
Pecunia non olet, vale per i bagni come per giochi di Palazzo.
Leggi anche: Il Governo ha la fiducia del Senato ma non la maggioranza
www.facebook.com/adhocnewsitalia
Tweet di @adhoc_news
SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT