Dal libro: **Io, te e il mare**
Il sole tramontava dolcemente all’orizzonte, tingendo il cielo e il mare di sfumature dorate e rosate. La brezza salmastra scompigliava i capelli di Elena mentre passeggiava senza meta lungo il molo di **Porto Azzurro**.
Non aveva programmato quella vacanza; era stata una decisione presa all’improvviso, un desiderio irrefrenabile di fuggire dalla monotonia della città e trovare un angolo di pace
Mentre si avvicinava al porticciolo, fu attratta da una figura solitaria che lavorava con calma sulla sua barca. Un uomo, forse sui trentacinque o quaranta anni, stava attaccando con cura le cime della barca al molo. I suoi movimenti erano lenti e precisi, quasi rituali, come se stesse compiendo un gesto sacro. La luce dorata del tramonto illuminava la sua figura, donandogli un’aura quasi eterea.
Elena si fermò, sedendosi sul muretto del molo, incapace di distogliere lo sguardo
C’era qualcosa in quell’uomo e in quel momento che la tratteneva lì, come se il tempo si fosse fermato. Il mare rifletteva le ultime luci del giorno, creando un gioco di luci e ombre attorno a loro, e l’unico suono che riempiva l’aria era il dolce sciabordio delle onde contro lo scafo della barca.
Il mondo sembrava ridotto a quella piccola scena: lei, l’uomo e il mare infinito che si stendeva davanti ai loro occhi. Senza saperlo, Elena sentiva che quell’incontro avrebbe cambiato qualcosa nella sua vita. Forse era solo l’incanto del mare, o forse era l’inizio di qualcosa di molto più profondo.
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