È interessante osservare quanto sta accadendo ai confini tra Polonia e Bielorussia. Dove la situazione, che presenta purtroppo un drammatico risvolto umanitario, sta facendo crollare un certo impianto ideologico che aveva fin qui caratterizzato il comportamento “europeo” nei confronti dei clandestini.
Come è noto il leader bielorusso Aleksander Lukashenko, in risposta alle sanzioni comminate dall’Unione Europea al suo Paese per via di ripetute violazioni dei diritti umani, ha ammassato con ogni possibile mezzo di trasporto migliaia di clandestini a ridosso del confine polacco. Clandestini da usare in massa come una sorta di ariete umano per sfondare le frontiere della Polonia. Nell’intento di esercitare pressioni su quest’ultima, e, di conseguenza, sull’Unione Europea.
Clandestini come grimaldello
È una strategia senz’altro cinica che ha però rivelato al mondo quanto finora le anime belle della Sinistra nascondevano: e cioè che i flussi di clandestini vengono ormai usati alla stregua di un’arma impropria. Di un’arma destinata a fomentare disordini, ad esercitare ricatti politici o addirittura a destabilizzare alcuni Paesi.
E la nostra Italia, costantemente invasa da clandestini trasportati da Ong e altri trafficanti di esseri umani, ne sa qualcosa. Sta di fatto che la Polonia, per impedire a fiumane di disperati di riversarsi sul proprio territorio, ha avviato la costruzione di un muro di ben 180 chilometri. Lungo circa la metà del confine che la separa dalla Bielorussia. E l’Unione Europea ha avallato tale decisione. Precisando che occorre impedire «l’attraversamento illegale delle frontiere esterne dell’Unione Europea».
Quindi i confini esistono
Le frontiere polacche non sono solo quelle della Polonia ma dell’intera Europa. Buono a sapersi. Resta allora da capire perché tale ragionamento non debba valere anche per l’Italia. Dove autentici emuli degli antichi negrieri violano continuamente i confini nazionali per sbarcare clandestini da navi battenti bandiere di Paesi europei.
Sarà pertanto opportuno che il Governo italiano colga l’occasione per intervenire nelle dovute sedi, affinché le inviolabili frontiere esterne dell’Unione Europea possano estendersi dalle pianure polacche alle coste italiane. Perché i confini esistono, eccome! E su di essi si combattono ancora delle guerre.
Certo guerre irregolari, ma con armi che, seppur atipiche, sono comunque crudeli. Lo scontro Lukashenko-Unione Europea (per il tramite della Polonia) ne è la dimostrazione. Con buona pace dei tanti che -sempre a Sinistra- inneggiano all’abbattimento dei muri, alla fine delle frontiere e all’abolizione dei confini, e che oggi appaiono alquanto frastornati. Come dire… dalla Bielorussia con stupore.
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