Dallo sdoganamento alla condanna
La colpa peggiore di Fini? Il tradimento politico.
Il resto è storia. Il futuro darà risposte
A vederlo alla sbarra come un mafioso per un reato spregevole, viene un gran rimpianto.Non gli si augura una condanna per il gioco, per la tiritera della casa di Montecarlo. Ma certamente non gli si può perdonare il comportramento nei confronti di chi , ormai ben trent’anni fa, gli ha ridato dignità permettendogli di riprendere foga e rientrare nelll’agone politico. Quello che poteva essere, è stato.
Nonostante le sue scelte oggi l’Italia è guidata da una grande forza di centrodestra, nata in modo silente, ma a tratti assordante per la voce appassionata di una giovane donna.
Anche lei con i suoi difetti, come ogni essere umano
In primis per la scelta di una compagine di politici poco idonei e poco competenti. La sua ex coalizione ha retto alle invidie dei tanti sedicenti delfini di Silvio Berlusconi, “rivelatisi squali che hanno fatto la fine dei tonni”. La squallida vicenda della casa di Montecarlo, scoperta da giornalisti, Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica del Giornale, ha messo in evidenza la debolezza dell’essere umano. Quella del politico si era già appalesata abbondantemente.
Non tanto per quel «fascismo passato alla Storia» di Verona nel 1995 né per il doveroso ma sospetto omaggio a Gerusalemme di fine 2003 o per le radici giudaico-cristiane frettolosamente accartocciate, ma per una storia politica sofferta e archiviata senza una lacrima.
La colpa, il reato, è stato il tradimento nei confronti dell’elettorato di centrodestra, di tutto il centro destra che lo aveva accolto mentre gridava Silvio Sivio, che sottintendeva anche a Gianfranco Gianfranco. Rivisto e corretto. Dunque non solo a Silvio Berlusconi.
Noi della prim’ora di Forza Italia, scesi in campo con liste dell’ultim’ora, con grande poassione e grandi speranze, lo consideravamo e ormai lo vedevamo il delfino del Presidente.
O forse anche sullo scranno del Quirinale
Ma nel 2’010, dopo 15 anni di onorato servizio, Fini ha inaugurato “la tragicomica stagione dei governi tecnici, delle maggioranze risibili, degli indicibili accordi alla faccia degli elettori. Ha avvelenato la destra con un populismo anti Cavaliere facendo esplodere l’avvento grillinesco. Il riciclaggio politico peggio del riciclaggio economico.
Ha sostituito valori «di destra» con il solito antiberlusconismo per una sua utilità e ha mentito, sui soldi e non tanto sulla casa di Montecarlo «al fine di ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa».
Ma piuttosto sull’inganno e il tradimento di quegli elettori di centro destra attratti da Berlusconi e prestati e dirottati, in qualche modo verso A.N. Chissà chi gli aveva promesso cosa per compiere il peggiore delitto politico dal Dopoguerra.
“Autorizzai la vendita della casa ma non ad una società riconducibile a Giancarlo Tulliani. Quando ho dato l’ok non sapevo chi fosse l’acquirente” sostiene, prendendo per fessi gli italiani. O proprio se stesso, manifestamente.
Condannato a 2 anni e 8 mesi, in primo grado, ricorrerà in appello
Come gli è consentito. La vicenda era iniziata nel luglio del 2010 quando un’inchiesta del Giornale sulla vendita palesemente anomala di un pied-a-terre di 45 metri quadrati, situato in boulevard Princesse Charlotte 14 vicino al casinò monegasco.
Un mini-appartamento che nel 1999 la contessa Anna Maria Colleoni aveva lasciato in eredità ad Alleanza Nazionale.” Secondo quanto scoperto dal Giornale, nel 2008 l’immobile viene acquistato per una cifra irrisoria pari a 300mila euro da Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, la compagna di Fini.
La compravendita viene portata avanti dalla Printemps, una società off-shore riconducibile a Tulliani che, poi, pochi mesi dopo, ‘cede’ l’appartamento a 330mila euro a una società vicina a sua sorella Elisabetta, la Timara”. L’estate del 2010 è, guarda caso, anche il periodo in cui si consuma la rottura politica tra il presidente Berlusconi che aveva dato al Fini la possibilità di diventare presidente della Camera. Il distacco da Berlusconi e l’ulteriore tradimento conseguente, sarà l’inizio della sua fine.
Futuro e Libertà per l’Italia infatti è durato l’espace d’un matin
Mentre una prima inchiesta per truffa avviata nel 2010 dalla Procura di Roma viene archiviata, inchieste giornalistiche successive, portate avanti dai media, dimostrano che Giancarlo Tulliani era di fatto il proprietario del mini-appartamento che, poi, nel 2015, verrà venduto per circa un milione e 250mila euro a un acquirente sconosciuto.
In Aula Elisabetta Tulliani il 18 marzo scorso aveva cercato di scagionare il suo compagno dichiarando di avergli nascosto la volontà di suo fratello di comprare la casa di Montecarlo, oltre allla provenienza di quel denaro, convinta che appartenesse al fratello il cui comportamento spregiudicato rappresenterebbe una delle più grandi delusioni della sua vita.
Secondo la sua dichiarazione, con la quale spera di avere dato un elemento per arrivare alla verità”.
Il futuro darà risposte.
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