Decreto Liquidità: sempre brutte sorprese. Fa acqua da tutte le parti

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In attesa del Decreto di Aprile, che uscirà a Maggio inoltrato, è il Decreto Liquidità a tenere banco, sempre con sorprese negative. Negative per gli imprenditori che, davanti ad una crisi senza precedenti, si trovano sempre più in difficoltà.

UNA NUOVA SORPRESA NEGATIVA 

La nuova sorpresa negativa possiamo trovarla alla lettera g), del comma 1, dell’articolo 13. La norma è complessa e leggibile solo da esperti. Ma la sostanza è semplice: chi era in difficoltà con le banche prima del 31 gennaio non godrà della garanzia statale. E quindi non potrà accedere al prestito.
Per la precisione si parla di “sofferenze”, cioè crediti incerti a causa dello stato d’insolvenza del debitore. E si parla di “inadempienze probabili”. Cioè di debiti per i quali la banca valuta improbabile, senza escutere le garanzie, che il debitore adempia integralmente le sue obbligazioni creditizie. Tutto questo a prescindere dalla presenza di eventuali rate o importi scaduti e non pagati.

TANTISSIMI GLI ESCLUSI

Insomma, per farla breve, se siete stati segnalati al Centrale Rischi per un qualsiasi motivo scordatevi di poter ottenere il finanziamento. Il motivo della previsione di queste condizioni formalmente era giusto, ma gli effetti pratici sono devastanti. Si voleva infatti evitare che le banche concedessero il finanziamento chiudendo le posizioni pregresse in sofferenza e sostituendole con nuove posizioni garantite dallo Stato al 100%.
Il problema è che in tal modo si escludono tantissime imprese. Magari segnalate per piccolissime cifre, ad esempio anche per una rata non pagata di un credito al consumo. Oppure, peggio ancora, segnalate per aver portato in tribunale le banche per tutelare i propri diritti da abusi commessi dagli istituti di credito. Insomma il cliente prima è stato truffato. E poi non ottiene neppure il prestito. In tre parole, cornuto e mazziato.

PODEROSA DELUSIONE

Se, a quanto sopra, aggiungiamo le difficoltà dovute alle procedure farraginose per richiedere il credito. Nonché le banche che tendono a subordinare la concessione del finanziamento all’estinzione di precedenti debiti. E’ evidente che, per utilizzare le parole del premier Conte, di “poderosa” qui c’è soltanto la delusione degli operatori economici italiani. Mentre la liquidità di cui il “sistema Italia” avrebbe vitale bisogno resta nei forzieri delle banche. Sempre che quest’ultime, inaspettatamente, non decidano di accontentare il Presidente del Consiglio con un vero “atto d’amore” verso l’Italia.

 

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