Denis Verdini è di nuovo a Sollicciano
L’ex senatore di ALA, già condannato a 6 anni per il crack del Credito Cooperativo Fiorentino, stava scontando la pena agli arresti domiciliari per motivi di salute quando è giunta la scure della revoca e il rientro in casa di detenzione.
Il Tribunale di Sorveglianza, su impulso della Procura di Roma, ha diunque ripristinato la detenzione in carcere per il condannato a cui viene contestato il reato di evasione
Ciò, poichè Verdini, fra il Gennaio e il Febbraio del 2022, non avrebbe rispettato l’orario di rientro presso la propria abitazione (aveva ottenuto un permesso per un ciclo di visite odontoiatriche) e si sarebbe intrattenuto a cena (a Roma) con alcuni funzionari dell’ANAS nonché con altri non meglio identificati soggetti. Circostanza questa peraltro assai sospetta, considerando che nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti ANAS avviata dalla stessa procura di Roma, Denis Verdini risulta indagato per corruzione insieme al figlio Tommaso.
Insomma che ci faceva a cena Verdini indagato, con soggetti afferenti alla società pubblica oggetto dell’indagine e della quale alcuni funzionari di vertice sono anch’essi indagati?
E il tutto nell’ambito della violazione di una misura alternativa?
Domande che la Procura di Roma ha risolto contestando un nuovo reato e trasmettendo gli atti a Firenze che ha dunque revocato la detenzione domiciliare.
Insomma, un quadro complicato in cui più piani e persino più territori e inchieste si intersecano costruendo un dedalo penale quasi inestricabile e che ha al centro proprio la controversa figura di Verdini che evidentemente pare affetto da una sorta di compulsione al cacciarsi in situazioni equivoche. Non si sa bene cosa ci abbia guadagnato (o meglio, si sa, ma vabè), ma sicuramente questo modus operandi gli ha procurato e gli procurerà ulteriori guai.
Certo è che, infatti, ai sensi di legge, la revoca revoca risulta doverosa e aggrava la posizione dell’ex senatore che dovrà rimanere in stato di detenzione presso il carcere di Sollicciano fino al 2032 a causa di un cumulo di pene.
Un imputato eccellente verso cui debbono trovarsi applicazione tutte le garanzie previste per tutti dall’ordinamento, senza tuttavia scordare che proprio i comportamenti tenuti anche in fase detentiva dal medesimo Verdini lasciano obiettivamente molti margini di dubbio sul suo effettivo ravvedimento (almeno sin qui) e hanno inciso sull’ulteriore aggravamento.
Un quadro così complicato dovrebbe indurre alla prudenza e alla cautela, soprattutto i politici che per un motivo o per un altro con Verdini continuano ad avere rapporti
Uno su tutti Matteo Salvini che è il genero in pectore dell’ex manager senatore e che nella sua qualità di Ministro dei Trasporti potrebbe essere parte lesa delle inchieste che riguardano il familiare.
Posizione scomoda che, appunto, dovebbe indurre a starsene alla larga da certi eventi.
E invece, nella giornata di ieri, in barbaa a ogni prudenza, il Ministro per i Trasporti e le Infrastrutture si è recato in carcere per un colloquio con il suocero.
Scelta improvvida politicamente e al contempo doverosa umanamente
Insomma Salvini vs Salvini!!
Non si sa – ovviamente – cosa i due si siano detti né tantomeno si intende insinuare alcunché ma potrebbe rafforzarsi un elemento di opacità che non fa bene a nessuno e che potrebbe essere strumentalizzato per danneggiare proprio il leader della Lega e il Governo tutto.
Già in seguito all’inchiesta che riguarda Tommaso Verdini, PD-5Stelle hanno insistito – invano – affinchè il Ministro Salvini riferisse in Parlamento. Allora non lo ha fatto, in quanto estraneo ai fatti e coinvolto solo ratione familiae.
Oggi, invece, la visita a Sollicciano lo riguarda direttamente e quindi in caso di richiesta di chiarimenti parlamentari, ci si domanda come potrà rifiutarsi e se sia giusto che lo faccia. Forse sarebbe il caso che Salvini qualcosa spiegasse pubblicamente, se non altro per non alimentare sospetti e dietrologie che non fanno bene a nessuno. Un dovere di chiarezza dunque si impone a un membro delle Istituzioni, per quanto del tutto estraneo alle vicende penali che riguardano il suocero, ma che potrebbe essere tirato in ballo, appunto, in modo strumentale.
Da notare, poi, che l’occasione della visita a Sollicciano è stata propizia per il Ministro per verificare di persona come siano ormai intollerabili le condizioni dell’Istituto Penitenziario fiorentino che da anni è al centro di presunti progetti di ristrutturazione e che da anni versa invece sempre nelle medesime condizioni
Al netto delle passerelle fatte da figure politiche di estremo livello, quale il Sindaco di Firenze, il Presidente di Regione, l’ex Ministro Cartabia (quando era ancora ministro), niente si è mosso.
Parole al vento, come spesso accade quando si parla delle condizioni dei pentitenziari e chi vi sta dentro.
Le condizioni dei detenuti sono invariate, anzi peggiorate. Le condizioni del personale di polizia penitenziaria idem. Il tutto in un clima da girone dantesco con non raramente dà adito a episodi gravissimi.
E, il fatto che per una volta, Salvini abbia sotterrato l’ascia giustizialista che sovente anima le sue sparate in materia di sicurezza e diritto penale, è cosa buona e giusta e che induce a coltivare una seppur tiepida speranza.
Insomma l’auspicio è che la visita a Sollicciano possa almeno essere un’occasione perchè finalmente il Governo prenda a cuore la questione carceri e, al netto dei buoni (e sterili) propositi, faccia effettivamente qualcosa per le condizioni di chi – nei diversi ruoli – vive la vita di penitenziario che non può essere un’ulteriore pena afflittiva oltre a quella irrogata dalle corti.
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