Di Maio all’arrembaggio

di maio

Di Maio all’arrembaggio. Della cadrega ovviamente. Ossia di mantenere la poltrona. Detto con la più profonda sincerità non credo assolutamente Luigi Di Maio abbia lasciato i pentastellati per ragioni morali.

Nessuna ragione morale

Sull’Ucraina il ministro Federico D’Incà, ieri ha cercato di ottenere almeno un misero salvataggio di faccia. Ma non gli è riuscito più di tanto perché. Sulla risoluzione per l’invio di armi all’Ucraina ha ottenuto una magra frasetta. Si chiede un necessario ed ampio coinvolgimento delle camere. Niente. Soltanto aria fritta. Ha pienamente ragione Il Fatto Quotidiano.

Sicuramente a Di Maio avrebbe fatto piacere se i pentastellati avessero apertamente votato contro il governo. Questo gli avrebbe dato un alibi morale per dire che usciva per difendere l’atlantismo.

Ma la collocazione Atlantica dell’Italia non è in discussione.

I pentastellati fino ad ora hanno fatto un po’ di rumore. Ma la politica di Mario Draghi è andata tranquillamente avanti e le armi all’Ucraina arriveranno.

Il problema delle seggiole

Il vero problema qui è la rielezione. Luigi Di Maio era in rottura con il Movimento.

Spera semplicemente in qualche modo di ricollocarsi alla prossima tornata elettorale.
Così come i deputati che gli sono venuti dietro, hanno la stessa ambizione.

Può sperare di costruire qualcosa forte del contributo dei parlamentari che ora ha .Ma non gli converrebbe. Organizzazione e spese sarebbero difficili in queste condizioni. Con tempi stretti.

Può sperare di ottenere dei seggi in una lista costruita con altri più strutturati. Magari proprio con il Partito Democratico.

Prematuro ancora dirlo. Saggiamente non ha chiuso a nessuna opzione.

Tanti parlamentari pochi voti

Magari mi sbaglierò ma la sua scissione mi ricorda quella di Futuro e Libertà di Gianfranco Fini. Tanti parlamentari. Pochissimi voti.

Luigi Di Mario è ormai fortemente inviso all’elettorato pentastellato. Una volta era il loro enfant prodige. Oggi viene visto come un uomo di palazzo. Un politico indigesto a tutti coloro che votano tradizionalmente per il Movimento Cinque Stelle, quale movimento di rottura.

Conte al settimo cielo

Sicuramente un altro ad avere un motivo per gioire è Giuseppe Conte.

È vero che non guida più il principale raggruppamento del parlamento italiano. Ma il Parlamento italiano è in scadenza ed ora bisogna recuperare voti.

L’uscita di Di Maio permetterà a Conte di muoversi in maniera differente. Forse audace su tematiche più forti. Più movimentismo. Una linea di certo meno governista, ma in grado di recuperare consenso.

Inoltre la fuoriuscita con tanti parlamentari, visto il taglio degli eletti, rassicura la classe parlamentare che è rimasta fedele a Giuseppe Conte. Adesso hanno molte più probabilità di rientrare in Parlamento.

Quindi l’ex presidente del consiglio avrà molti meno scossoni. Molta più tranquillità. Ed in principale avversario interno lontano.

 

Leggi anche: Luigi di Maio ha distrutto l’Italia

www.facebook.com/adhocnewsitalia

SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT

Exit mobile version