Dicomano (FI) è uno dei comuni nella provincia di Firenze che il prossimo Giugno andrà alle elezioni amministrative per il rinnovo del Sindaco e del Consiglio Comunale.
Ringraziandolo per la disponibilità, Incontriamo oggi Saverio Zeni candidato per il centrodestra a cui rivolgiamo alcune domande per conoscere un po’ più cose sul suo conto e sui progetti che ha per la città.
Saverio Zeni, candidato sindaco di Dicomano. Ci dica un po’ di Lei. Chi è? che cosa fa? e come è nata questa candidatura?
Io sono un editore digitale così amo definirmi. Da tanti anni, ormai quasi 30, lavoro nel mondo dell’informazione attraverso giornali online. Ho iniziato nel 1995 creando uno dei primi giornali online dedicato all’agricoltura biologica. Successivamente, dopo aver ceduto questo giornale ad altri editori, mi sono dedicato più specificatamente all’informazione locale. E da quattordici anni sono l’editore del giornale okmugello.it, quotidiano che si occupa di tematiche riguardanti la Valle del Mugello. Nel corso di questi 14 anni ho acquisito una certa reputazione come operatore dell’informazione interessandomi di tutte le dinamiche e tematiche dell’informazione locale e per questo sono piuttosto conosciuto.
La candidatura è nata da una telefonata di un dirigente di FI, il quale conosceva me e la modalità di lavoro del giornale di cui sono editore. Ho sempre cercato, infatti nel fare informazione, di essere molto preciso, tanto che abbiamo deciso fin da subito di avere una precisa strategia che fosse terza e indipendente. Ma indipendente veramente. Infatti, abbiamo sempre e solo cercato di dare notizie, senza alcuna interpretazione. Per questo abbiamo escluso la possibilità di fare degli editoriali e ci siamo concentrati solo sul dare notizie. In questi anni, infatti, abbiamo dato spazio a tutti: cittadini, associazioni, maggioranze e opposizioni, indistintamente e senza mettere niente del nostro in termini di opinioni. Questo, nel tempo, ha generato una fiducia nei lettori che si sono sentiti liberi di esprimersi con considerazioni positive o se del caso lamentele a seconda dei casi, sulle questioni territoriali, politiche e non. Tale fiducia invero è stata percepita anche da chi ha fatto politica attivamente o si trova all’interno delle istituzioni comunitarie. Ebbene, fatta questa premessa, questo dirigente di FI mi ha proposto di fare il c.d. “salto del fosso”, cioè di impegnarmi direttamente in politica, passando dal ruolo di narratore dei fatti del territorio a un impegno, appunto diretto, per per guidare l’amministrazione di Dicomano
Ha una precedente esperienza politica? E che cosa l’ha spinta a questo passo così impegnativo e importante?
Non ho avuto, in precedenza, un’ esperienza politica diretta, per cui mi impegno adesso portando l’esperienza che ho acquisito in questi anni in campo imprenditoriale – poiché di fatto sono un imprenditore essendo un editore che ha unìazienda che svolge questo tipo di lavoro. Vorrei infatti sfatare il mito per cui la politica sostanzialmente è quella cosa brutta di cui si sente parlare. Politica deriva da polis e significa gestione della nostra comunità. Visto e considerato come sono gestite le amministrazioni anche a livello locale nel corso di questi decenni che si sono progressivamente distaccate sempre più dal cittadino, io vorrei fare il percorso contrario. Tornare a essere una vera e propria comunità. L’Amministratore, infatti, deve essere colui il quale rappresenta la comunità nei confronti dello Stato, e che rappresenta lo Stato nei confronti della Comunità. Quindi, quello che mi ha spinto a fare questo passo così significativo e importante è proprio quello di cercare di non abbandonarsi alla demagogia. Invece, è necessario cercare di fare qualcosa perché – credo – che con un pizzico di buona volontà, un po’ di fortuna e tanta voglia di fare cose con correttezza, si possa arrivare a ricreare questa unione e sinergia tra cittadini e amministrazione. Attenzione, non fra utenti e amministrazione ma – ripeto – fra cittadini e amministrazione. Il cittadino infatti è certamente colui il quale utilizza una serie di servizi messi a disposizione dall’amministrazione, ma è anche colui che partecipa alla vita della comunità.
Lei è il candidato di centro-destra. e che rapporto ha con i partiti che la sostengono?
Io mi sono candidato a sindaco di Dicomano con la lista del centro-destra. Con i partiti, sino ad oggi, non ho ma avuto rapporti diretti se non a livello professionale. Mi sono relazionato con i vari dirigenti, attivisti e chiunque si sia aggregato a un partito. Ho scelto di candidarmi con una lista di centro-destra anche per dare un messaggio di coerenza. Si parla tanto di valori, ma secondo me negli ultimi decenni questi valori, a mio avviso, si sono persi. Infatti quando mi viene fatta la domanda “Cosa c’entra Zeni con il centrodestra?” io rispondo sempre che “Zeni sta al centrodestra come le privatizzazioni selvagge stanno al centrosinistra o alla sinistra”. Cioè quando una parte politica ha necessità di avere una parola che la definisce “democratica”, quando però le azioni non corrispondono ai termini utilizzati, e democratici non lo sono più di tanto, credo che ci sia qualcosa che non va. D’altro canto la nostra Costituzione ha organizzato un arco parlamentare che va da destra a sinistra e tutti coloro che sono nell’arco costituzionale sono degni di nota e di fiducia. Pertanto, i retaggi, indipendentemente dalle azioni dei singoli, di un tempo che si spera sia superato, sono da mettere nell’armadio. Bisogna, al contrario, guardare al futuro con coerenza, con etica e con fiducia, nei confronti sia dello Stato che dei cittadini.
Quali sono i punti più rilevanti del suo programma elettorale e perché un abitante di Dicomano dovrebbe votare per Lei?
Siamo al lavoro sul programma elettorale che contiene una serie di punti che possono essere simili anche a quello che avviene negli altri Comuni. Quindi, attenzione ai cittadini, alle frazioni, al commercio, al turismo ecc. Vorremmo che Dicomano non sia solo un dormitorio di Firenze, ma che sia un centro propulsivo e attrattivo in se stesso. Ad esempio sulla sanità vorremmo riavvicinarla ai cittadini, ricreando quel collegamento di fiducia con il proprio medico. Insomma, i temi sono diversi sono vari e quello che io propongo per il Comune di Dicomano è la mia persona in qualità di uomo che vuole fare. Che vuole raggiungere gli obiettivi. I punti rilevanti del mio programma hanno in comune l’intenzione di avvicinare i cittadini alla casa comunale, perché l’amministrazione comunale è il centro, il focus della vita comunitaria a maggior ragione nel caso di un piccolo comune come Dicomano. Non possiamo essere solo ed esclusivamente dipendenti dalle logiche di partito calate dall’alto. Il cittadino deve sentirsi tutelato e al contempo attivo nella comunità. Certo, per essere un cittadino attivo ha necessità degli opportuni strumenti che glielo consentano, a partire dal Consiglio Comunale. Iniziando ancor prima dalle modalità con cui viene svolto il Consiglio comunale. Occorre dunque ricreare un rapporto e una relazione proficua fra i vari consiglieri che siano di maggioranza o di opposizione. In altre parole, non è possibile che vada affermandosi, come purtroppo è stato sino ad ora, una concezione e una forma di “dittatura della maggioranza” per la quale una amministrazione non debba tenere in conto l’opposizione e le proposte che da essa giungono. Quello che farò da sindaco, cioè da maggioranza, e di chiedere a tutto il Consiglio Comunale di adoperarsi per studiare insieme i problemi e trovare le giuste soluzioni al di fuori delle logiche personalistiche e degli interessi di parte. Ad es., se un’opposizione presenta una mozione, un interrogazione ecc ed è una cosa sensata, non vi è alcun motivo per non accettarla. Purtroppo, in passato ho assistito più volte a consigli comunali in cui le opposizioni venivano derise e emarginate e questo non è giusto. Tutti i Consiglieri comunali debbono essere rispettati, a maggior ragione visto che svolgere questa attività è una vocazione volontaria e certamente non è un lavoro. Così come fare il Sindaco, non lo si fa per soldi. Io almeno non ho di mira certo il guadagno economico. Il mio lavoro ce l’ho non ho bisogno di fare il sindaco per lavoro. Al contrario, mi impegno proprio perché, avendo acquisito un certo tipo di esperienza, vorrei metterla a disposizione della comunità di Dicomano, con l’intento di gettare ponti tra chiunque abbia una buona idea e voglia metterla in pratica, anche in condivisione con altri. Ritengo il termine “condivisione” fondamentale in questa era digitale. In un mondo digitale si funziona solo se condividiamo. Quindi, perché non condividere fra maggioranza e opposizione anche la possibilità di trovare soluzioni dei problemi a livello locale?
Come vorrebbe vedere Dicomano tra 5 anni?
Dicomano vorrei vederla subito una Dicomano diversa, non fra cinque anni. Se proprio devo fare una prospettiva a 5 anni posso dire che auspico un percorso che poterà la comunità a incontrarsi a collaborare, a creare momenti di incontro. Che possa mettere in evidenza la tradizione nel rispetto delle diversità. Oggi, noi siamo in un’era multiculturale. Non è più l’era in cui eravamo una cultura sola e una sola tradizione. A Dicomano – come in altri comuni grandi e piccoli – ci sono tutta una serie di comunità fatte di persone che provengono da altre nazioni che si sono perfettamente integrate, vede è bene poter acquisire anche le loro positività. Credo che tutte queste realtà e queste culture possono portare contributo importante per Dicomano. Possono cioè portare conoscenza e quando conosciamo qualcosa in più, diventiamo tutti più ricchi. Un altro aspetto generale che avrei piacere di vedere concretizzato tra 5 anni è quello di “lasciare” una amministrazione efficiente, un paese coeso e attivo che possa aver riscoperto il piacere di stare insieme in armonia.