Il dieci febbraio non è una data come tante. Nell’ultimo secolo, per noi italiani, il dieci febbraio è una somma di destini.
Partiamo dal dieci febbraio del 1945, negli ultimi giorni di guerra. Nel campo di Dachau muore di stenti Giovanni Palatucci. Giovanni era Questore di Fiume (oggi si chiama Rijeka ma sempre Fiume rimane), aveva 36 anni. Col suo sacrificio aveva salvato dai nazisti, migliaia di ebrei a partire dal 1939. Nel 1990 viene riconosciuto Giusto tra le Nazioni, nel 1995 riceve una Medaglia d’Oro al Valor civile, nel 2003 viene avviato alla canonizzazione.
Il dieci febbraio del 1986 cadeva con undici colpi delle brigate rosse il sindaco di Firenze Lando Conti. Nella rivendicazione era accusato di possedere quote di una società di segnalazioni navali, considerato apparato militare. Una quota da zero virgola ereditata. Lando era uno stretto collaboratore di Giovanni Spadolini ed era uno degli intellettuali di punta del governo di allora. Le brigate rosse partito comunista combattente che rivendicarono l’assassinio furono responsabili anche degli omicidi Tarantelli, Ruffilli, D’antona e Biagi.
Il dieci febbraio del 1947 finiva la stagione delle foibe nei territori istriani, giuliani e dalmati. Grazie ai trattati di Parigi. Per questo dal 2004 veniva istituita il 10 febbraio la Giornata del Ricordo. Solo a Basoviza sopra Trieste, l’intelligence inglese calcolava la presenza di 500 metri cubi di resti umani sul fondo della foiba. Ad occhio e croce. Quattro corpi a metro cubo fanno circa 2000 morti. Solo a Basoviza. Italiani Infoibati magari ancora vivi, molti al grido di “Viva l’Italia!” Qualcuno moriva di sete dentro la foiba. Qualcuno si lanciava nel vuoto da solo portandosi dietro uno degli aguzzini. Assassinati a guerra finita. Assassinati come esempio perché Italiani.
Ma cosa lega questi tre eventi oltre il dato temporale.
Di sicuro si tratta di servitori dello Stato uccisi per la loro dedizione al servizio. Non eroi per caso. Eroi consapevoli del rischio che correvano e che non hanno cessato di adempiere al proprio dovere.
Si tratta di italiani che hanno sacrificato la propria vita per difendere la Patria e i fratelli italiani. Palatucci aveva avuto un trasferimento lontano da Fiume e lo aveva rifiutato. Conti, sapeva bene qual’ era il rischio che correva nella sua azione politica, ma non si fermò. I Poliziotti di Trieste non scapparono. Li trovarono tutti al loro posto.
Diceva Plutarco che tutti sanno quello che devono fare, ma solo gli spartani lo fanno. Saranno questi i nostri spartani?
Gli unici che sanno tradurre il pensiero in azione. Un esempio da seguire, Un ricordo da perpetuare, Un orgoglio da conservare.
Viva l’Italia.
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