1) Da 64 anni Leo Longanesi è morto. Ma i colleghi a lui sopravvissuti erano morti più di lui.
2) Longanesi fu mezzo conservatore, mezzo anarchico, ma soprattutto mezzo. Anche del Novecento visse mezzo secolo d’Italia.
3) Longanesi fu breve, nel parlare, nello scrivere, nella statura e nella vita. Ma per lui non vale “mens nana in corpore nano”: fu acuto come gli angoli più corti. E spigoloso.
4) In piedi e seduti. Il miracolo fotogenico di Longanesi: in posa tra i longilinei Malaparte e Montanelli riusciva a stare in piedi sembrando di star seduto come loro.
5) Longanesi fondò L’Italiano presentandolo come “settimanale della gente fascista”. Ma non fu settimanale perché diventò presto mensile; non fu della gente perché fu solo per pochi, singoli lettori; e non fu poi fascista, perché allevò spiriti critici e frondisti.
6) Longanesi fu fascista ironico e all’antica. Ai dissidenti avrebbe dato rosolio di ricino.
7) Mussolini secondo Longanesi fu l’amante e non lo sposo dell’Italia; da qui la passione che suscitò in vita e l’odio bestiale in morte. Dopo, l’Italia ebbe amanti lontani, russi o americani; zie, precettori e governanti, ma non si è più maritata.
8) Col suffragio libero e universale gli italiani votarono in maggioranza partiti non liberali, divisi tra nostalgici del Papa Re, del Re e del Duce, e fautori del comunismo, socialismo e dittatura del proletariato. Usarono la libertà per invocare l’autorità.
9) Longanesi non separò mai la borghesia dal suo habitat nazionale e naturale. Sognò una borghesia cattolica, solare, mediterranea, allegra e tradizionalista. Ma il sognò annegò tra filistei, mariuoli e finti americani.
10) Il conformista fustigato da Leo oscilla tra furbizia e imbecillità. Quando prevale la prima è col potere, quando prevale la seconda viaggia con un regime di ritardo.
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