Discorso Conte: cambia poco, ancora restrizioni e niente soldi
“Inizia la fase di convivenza con il virus”, inizia così il Presidente del Consiglio. “C’è il rischio che si rialzi la curva dei contagi”. Mette subito le mani avanti Conte, ribadendo tutte le regole che sentiamo ripetere da due mesi in modo ossessivo. Butta in mezzo anche uno slogan: “se ami l’Italia, mantieni le distanze”. Passano i minuti tra chiacchiere inutili, durante i quali inciampa numerose volte nelle sue stesse parole. Quando si arriva al dunque si scopre che il nuovo Decreto sostanzialmente non cambia quasi nulla. Gli spostamenti possibili rimangono quelli in vigore fino ad adesso, viene aggiunta solamente la possibilità di andare a trovare i propri congiunti, anche questo però, con forti limitazioni. Per il resto continueremo a girare intorno al nostro palazzo, quindi, in poche parole, rimarremo confinati come adesso.
Il testo della bozza del Decreto Conte
“Sono consentiti solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute e si considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento e vengano utilizzate le mascherine; in ogni caso, è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; è in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”
Continua dunque la sofferenza e Conte ce lo comunica facendo quasi del sarcasmo: “non si potranno fare party privati”, dice con tono sprezzante in riferimento all’andare a trovare i parenti… Come se gli italiani, anziché agognare semplicemente una progressiva ripresa della normalità e meno controlli esasperanti da regime dittatoriale, non aspettassero altro che fare festini… Non capiamo sinceramente perché chiamarla “fase 2”, sembra quasi uno stratagemma per far star buone le persone, quando, in realtà, anche dopo il 4 maggio si riproporranno controlli serrati per chiunque metta il naso fuori di casa. Sempre con annesso fogliettino di autocertificazione.
Il Premier poi scade nel ridicolo. Parla di quanto accaduto al Consiglio Europeo tentando di rivendicare come una sua vittoria personale il fatto che, forse, si proverà a creare l’inesistente e in ogni caso non risolutivo Recovery Fund. Probabilmente si dimentica che, solo 2 settimane fa, in un’analoga conferenza stampa le sue dichiarazioni furono: “MES NO, EUROBOND SI”. Ovviamente del MES, approvato dal vertice dei leader europei a cui ha partecipato, non ci dice niente.
A livello economico la situazione è tragica. Non dice niente, solo vaghe promesse. Giri di parole pieni di condizionali e senza contenuti concreti. Più che una conferenza stampa d’emergenza sembra un comizio elettorale.
ATTIVITA’ ECONOMICHE
Alle attività di ristorazione consente di passare dalla consegna a domicilio alla possibilità di organizzare l’asporto. A riaprire realmente saranno solo la manifattura, le costruzioni e il commercio all’ingrosso funzionale ai due settori. Ovviamente col presupposto del rispetto di rigidissimi protocolli di sicurezza.
Per quanto riguarda il commercio al dettaglio parla del 18 maggio ma usa il condizionale. Nello stesso modo ci dice che, forse, il 1 giugno vorrebbe riaprire, piano piano, somministrazione di cibi e bevande, parrucchieri e tutte le attività che riguardano la cura della persona. Certezze, tuttavia, non ce ne sono. Le scuole saranno chiuse fino a fine anno scolastico, se ne riparlerà a settembre.
Ci piacerebbe dire di non essere preoccupati ma di fronte a questa ennesima, lunghissima, serie di parole vuote, onestamente non si può non esserlo. Una tale limitazioni delle libertà individuali, peraltro in totale assenza di concreti provvedimenti in sostegno alle famiglie, inizia ad essere veramente insostenibile.
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