Dopo l’Ucraina e il Medioriente ora tocca ai Balcani

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Dopo l’Ucraina e il Medioriente ora tocca ai Balcani.Non c’è due senza tre in questo conflitto globale’a puntate’,simile ad un precampionato prima della ufficializzazione del vero Campionato,probabilmente con sede nel cosiddetto Indopacifico.

In effetti,c’è già stanchezza mediatica su Gaza,figuriamoci su Kiev.Serve altro e pare pronto

Ha destato infatti impressione che prima del recente Consiglio Europeo,facendo attendere tutti compreso il Presidente di turno Sanchez (spiace per La Repubblica ma la Spagna conta poco),Meloni con Macron e Schulz abbia svolto un misterioso summit,di cui sappiamo solo che riguardava i Balcani.

Da sempre,per ogni governo italiano,la sicurezza dei e nei Balcani è questione attinente la sicurezza nazionale

Anche in nome di questa ‘sicurezza’,D’Alema mando’i nostri aerei a bombardare Belgrado informandone distrattamente il Parlamento,come i resti dell’ex Ministero dell’Informazione ancora oggi ricordano nel centro della capitale serba. Dunque,il summit si indovina essere servito a decidere cosa fare il prossimo 9 Novembre quando Bruxelles si dovrà esprimere sull’iter relativo alle richieste di ingresso nella UE dei Paesi dei Balcani occidentali.

I conflitti della ex Yugoslavia finirono grazie ad una prospettiva paneuropea:’basta con le guerre perché vi portiamo tutti nella ricca Europa’

Purtroppo le cose sono andate diversamente,a parte per Slovenia e Croazia e parzialmente per Albania e Montenegro (ci hanno pensato gli USA ad inserirli nella NATO). Ed ora?Vucic e Kurti non si parlano e tra Serbia (sempre un po’ innamorata di Mosca)e Kossovo(innamorato pazzo di Tirana)è guerra strisciante nonostante la forte presenza militare KFOR a guida italiana.

La Bosnia Erzegovina è dilaniata dalla continua rivendicazione della Repubblica Srpska(innamorata di Putin)contro lo Stato unitario guidato dalla Federazione bosniaco-croata (innamorato di Ankara).Il Montenegro è alle prese con le ingerenze russe sfociate nel tentativo di golpe durante le elezioni politiche.La Macedonia del Nord,finalmente con una definizione accettata internazionalmente,vive con una minoranza albanese che è maggioranza di governo e con l’irritazione di Sofia che in cuor suo continua a considerare Skopje una sua provincia. Dove scapperanno i morti (forse in Kossovo dove fino a pochi giorni fa sostava ai confini il grosso dell’Armata serba)inizierà una nuova partita NATO/Ue contro il resto del mondo. Aldilà di torti o ragioni,identità e storie,regimi o governi,nazionalità o religioni,risulta evidente che senza una forte capacità di dissuasione militare comune si favorisce una nuova guerra dall’altra parte dell’Adriatico,così come senza una politica estera europea si facilita il caos balcanico che già originò la prima guerra mondiale.

L’alternativa è limitarsi al solito e rituale appello ad evitare escalation

Anche per tutto questo,non è male cominciare a pensare alle elezioni europee del prossimo Giugno come ad uno spartiacque tra guerra e pace…….senza bandiere arcobaleno.

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