DPCM come un gioco a premi: chiedono l’aiuto da casa

DPCM

DPCM: una sigla, un acronimo che fino a poco tempo fa non veniva pronunciato da nessuno, tranne che da pochi addetti ai lavori. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Uno strumento utile, specialmente se usato con criterio e cognizione di causa. Cosa che non sta succedendo.

Il noto avvocato di tutti gli italiani Giuseppi Conte, ha fatto del DPCM una ragione di vita. A parte il fatto che io l’avvocato me lo scelgo e questo mi è stato imposto, ma sorvoliamo. Il sig Conte, con i suoi fidi aiutanti Nodo della Cravatta, Pochette e Ciuffo (per tacere degli altri che gli stanno dietro) sfornano “decreti come se fossero brioche”, spesso in contraddizione gli uni con gli altri. Del resto al governo sono nella stessa situazione. Povera Italia.

DPCM a modifica controllata e garantita

La cosa singolare, che mi ha fatto sempre corrugare la fronte, è che la forza di un decreto legge è la sua istantaneità. Lo pubblichi sulla Gazzetta Ufficiale ed è subito operativo. Conte invece no, spariglia il tavolo e nelle sue televendite di batterie di pentole, spiega il contenuto del DPCM prima della sua attuazione. Io pensavo che fosse folle, ma adesso mi devo ricredere.

Credo di aver capito la strategia: la gaia compagnia governativa non ha idea di dove andare. Ha solo idea di dove vuole restare: inchiodata alla poltrona. Per farlo ha bisogno di una piccola cosa: il perdurare dello stato di emergenza sanitaria. Magari senza far arrabbiare troppo la cittadinanza, perché c’è il rischio di lasciarci la pelle.

Per prolungare lo stato di emergenza, devono emettere DPCM. Per non farsi fare il cu… dal popolo, hanno bisogno di capirne l’umore. E allora che si fa? Si racconta quello che forse, probabilmente, ma non è detto, sarà nel nuovo DPCM. Si analizza l’umore della piazza, e si fa marcia indietro. Elementare Watson!

Praticamente chiedono l’aiuto da casa. Manco fossero da Jerry Scotty.

Così Giuseppi ha preso Speranza (e carità) e lo ha fatto incitare alla delazione. Poi, dato che si stava scatenando una tempesta, il giorno dopo ha dichiarato: ma nooo, non è vero che manderemo la polizia nelle vostre case su segnalazione del vicino livoroso. Insomma un bel freno a mano.

Non ci fosse stato uno scandalo nazionale, state pur certi che il DPCM avrebbe avuto l’indicazione di: fate la spia!

Gira la ruota.

 

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