È stato chiaro Mario Draghi nel suo intervento in Senato. Chiaro e duro. Soprattutto con le Regioni, Toscana in primis.
“Mentre alcune Regioni seguono le disposizioni del ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale. Dobbiamo essere uniti nell’uscita dalla pandemia come lo siamo stati soffrendo, insieme, nei mesi precedenti.”
Così ieri il premier Mario Draghi nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio Ue.
“Questa”, ha aggiunto, “è una situazione difficilmente accettabile”.
Chiaro il messaggio alle Regioni che non stanno rispettando le priorità indicare dal Ministero, e salgono alla ribalta per una gestione farraginosa, dove i “furbetti” approfittano per saltare la fila.
La gestione dei vaccini
Le Regioni nella gestione dei vaccini vanno in ordine sparso.
In Toscana è stata quantomeno una gran confusione.
Lo sanno bene le associazioni di anziani e di malati gravi che urlano allo scempio da giorni.
Con certificate condizioni di vulnerabilità fisica loro restano a secco, mentre avvocati, impiegati giudiziari, docenti universitari hanno avuto i vaccini.
Tanto da fare scrivere alla Regione anche Notai e commercialisti per chiedere anche loro la dose.
Lo ha avuto anche Scanzi, noto giornalista, fino a qualche mese fa antivax.
Lo hanno avuto le associazioni di volontariato, quando le linee guida governativa erano per limitarlo solo a chi esercita funzioni di soccorso ed assistenza.
Risultati sconfortanti in Toscana
I risultati in Toscana sono sotto gli occhi di tutti.
Ultima per vaccini somministrati agli ultraottantenni, per quanto riguarda la prima dose.
Penultima per gli anziani che hanno ricevuto anche la seconda.
Comunque quasi la metà percentuale della media italiana.
I luminosi successi del PD toscano e di Eugenio Giani.
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