Recensione fumetto: Dylan Dog numero 401. L’alba nera
Primo numero di questa nuova mini serie di 6 episodi targata Dylan Dog 666.
Come già anticipato nel numero 400, Dylan cambia faccia, la produzione ha mantenuto dei concetti basilari ma ha radicalmente dato un’impronta personale ben diversa del nostro indagatore dell’incubo.
Purtroppo non finisce qui, infatti, con molto dispiacere, cambia anche l’assistente: Groucho è sparito per far posto a Gnaghi.
Un silenzioso personaggio che sembra non si stacchi mai dal suo amato badile.
Ai disegni il mitico Roi, ormai diventato il disegnatore di punta di questo nuovo Dylan.
La storia si può definire un remake della vecchia trama già vista recentemente nell’originale incontro tra Dylan e Batman e dove l’old boy viene assunto da una affascinante vedova accusata di aver assassinato il marito.
Ma ormai era troppo tardi.
La storia non è certamente originale, chi è fedele alle vicende dell’indagatore dell’incubo rimarrà nettamente deluso da questo albo che prometteva ben altro.
Posso certamente salvare i disegni, sempre strepitosi e originali.
Questo nuovo look favorisce la qualità delle tavole di Roi sempre oscure e perfettamente congrue.
In generale la mancanza di novità non giova a questo restyling e mi porta a dare un giudizio negativo per la scarsa originalità e per un numero che doveva promettere mari e monti.
L’alba nera è un albo che prende facilmente, non mostra nulla di originale e le tavole di Roi e il ritmo elevato della storia cercano di elevare questo fumetto che mi sento di penalizzare per una netta scarsità di idee.
Il primo albo di questo 666 non colpisce il bersaglio: quasi sufficiente.
VOTO:5
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