Carissimi di Dago, vi ho sempre stimato ed ho letto alcuni articoli che riportano l’immagine di uno dei miei club libertini. Io sono consapevole che nel nostro ambiente non vi possa essere tutela, anche se ormai le poche persone che vengono lo fanno più che altro per bere un drink in compagnia (se si trova) e comunque per distrarsi, e in pochissimi accedono con l’intenzione di fare sesso. Anche se l’erotismo non è necessariamente nella sessualità ma nell’atmosfera.
Il punto è che i due club che ho realizzato hanno avuto un costo e continuano ad averlo. Il 31 gennaio avevamo già chiuso entrambe le location per precauzione della nostra salute e di quella sociale. Il Bad Romance, quello ormai storico, che piace molto per la sua intimità, è di piccole dimensioni e ho deciso di farlo restare chiuso proprio per gli spazi ristretti.
Mi sono vista invece costretta a riaprire saltuariamente e a un numero ristretto di partecipanti l’altro, in via di Monte Testaccio, di oltre 400 mq, con i tanti rischi del caso (e senza che il gioco valesse la candela), solo per cercare di sopravvivere.
Ormai abbiamo affitti arretrati di tutto il 2020, e nel 2019 abbiamo lavorato per pagare le spese. Insomma lo stato corre dietro ai locatori per le tasse, i locatori corrono dietro a noi imprenditori costringendoci a mettere a rischio la nostra salute, tutto per due soldi che non bastano per vivere.
Io voglio tenere chiusi entrambi i club fino alla fine di questo putiferio, ma come vivo? Come si reggono le strutture che comunque hanno bisogno di manodopera settimanale? Abbiamo anche noi bisogno di assistenza e riconoscimenti, come per qualsiasi altra categoria…
Alessia Rossini
fonte: dogospia
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