E’ primavera, sbocciano le novità nella politica italiana
Con lo sbocciare della primavera, arrivano nuove ventate di aria fresca. Anche in politica. Trump “imperat” con i suoi dazi all’estero, mentre la Meloni conferma di essere saldamente al vertice della politica italiana.
Ma nuove alleanze, nuovi congressi, nuovi equilibri si profilano all’orizzonte. In primis Matteo Renzi. In queste ultime settimane si sta ritagliando il suo ruolo anti-Meloni. Oramai da tempo fuori dai giochi politici di palazzo, arrabbiato per l’introduzione della legge “anti consulenze” ai Paesi Esteri che gli consentivano cospicui introiti, Renzi cerca di rientrare nelle grazie della Schlein e degli esponenti del Pd
Ma si spinge oltre riabilitando, con un ribaltone degno del più avido dei personaggi machiavellici, la figura di Conte. Funzionerà? Sarà il figliuol prodigo riaccolto a pieno titolo nel centro sinistra? Sicuramente l’immagine di gustatore della Meloni lo potrebbe aiutare. Ma le sue frequenti metamorfosi probabilmente no.
Chi invece sembra avere ritrovato un feeling con il centro destra è l’altrettanto vivace segretario di Azione Carlo Calenda. Dismessi i panni di “costruttore” del terzo polo con Renzi, Calenda ha invitato Giorgia Meloni al suo congresso nazionale. La Presidente si è presentata agli azionisti ed ha avuto un’accoglienza talmente calorosa da far pensare, e per molti sperare, ad una virata a destra di Azione. Qualcuno si è spinto anche ad ipotizzare un ingresso di Calenda nel Governo Meloni
Tuttavia i toni aspri in televisione fra il segretario di Azione e il vicesegretario neo eletto e neo tesserato della Lega Vannacci, hanno smorzato, se non addirittura azzerato, le possibilità di un futuro ingresso di Calenda nella compagine governativa meloniana.
Ma in questo scorcio di piovosa primavera è stato proprio il congresso della Lega a tenere banco.
E in particolare la consegna a mo’ di “piece” teatrale, in diretta sul palco, della tessera della Lega di Vannacci direttamente dalle mani di Salvini. Non con qualche perplessità
Chi in Vannacci aveva creduto in una sua possibile indipendenza sganciata dalle posizioni del carroccio, è costretto al dietrofront. Molti di chi, nel tempo, si era iscritto all’associazione ispirata al libro “il Mondo al Contrario” costituita dal Generale, hanno in seguito alle nuove decisioni a sfondo verde-Pontida di uscire e di revocare la propria appartenenza. Molti elettori di Vannacci speravano, in tutto e per tutto, in un nuovo partito, a destra, anzi estrema destra.
E’ da considerare che la Lega non è stata nel tempo proprio una garanzia, per i propri elettori, di un posizionamento fisso a destra. E’ stato nel tempo un partito “trasformista” che ha fatto alleanze a destra come a sinistra, muovendosi con disinvoltura nel centrodestra come in gruppi pentastellati e draghiani. Ed ha cambiato molte facce e opinioni. Questo, agli elettori che hanno creduto in Vannacci, non piace.
Il congresso della Lega di domenica scorsa, oltre alla tessera a Vannacci, ha sancito Salvini a capo della Lega almeno fino al 2029.
Meloni è stata presente, non di persona ma sul maxischermo del Palazzo dei congressi di Firenze. Le parole della Presidente del Consiglio hanno risuonato come un richiamo. “Pancia a terra fino a fine legislatura”, grida la Meloni, alludendo alle scorribande di Salvini nei molteplici corridoi delle varie segreterie politiche romane.
Una cosa è certa. I congressi di questa primavera hanno dimostrato che è molto difficile poter modificare nel tempo le guide dei vari partiti politici. Sia Calenda che Salvini hanno avuto vita facile nel riproporsi a capo dei rispettivi gruppi. Sono stati entrambi rieletti nonostante tutte le difficoltà riscontrate in questi anni e i risultati poco lusinghieri ottenuti durante le ultime tornate elettorali.
Ma una vittoria, non altrettanto scontata invece, l’ha avuto il bipolarismo. Nessuna terza via si prospetta attualmente nell’orizzonte politico italiano. Ci stanno alacremente lavorando i LIbdem di Marattin, riunitosi a Milano l’8 marzo scorso. Ma da qui a definire un progetto partito è ancora molto difficile
La nuova aggregazione composta da Orizzonti liberali, Libdem, Nos, Libera Forum non riesce a scalfire il fronte tesi/antitesi di Meloni-Schlein. I Libdem ci provano e il loro intento è di presentarsi alle prossime elezioni politiche del 2027. I tempi sembrano non ancora maturi.
Leggi anche:
www.facebook.com/adhocnewsitalia
SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT