È ancora una volta grande Italia alle Paralimpiadi di Tokyo: le azzurre sono state protagoniste di una storica tripletta nella finale dei 100 metri femminili categoria T63 (atleti che competono con protesi a un arto).
La medaglia d’oro è stata conquistata da Ambra Sabatini, 19enne originaria di Livorno e residente a Porto Ercole (Grosseto), che in 14″11 ha stabilito anche il nuovo record del mondo. Sul podio altre due italiane: argento a Martina Caironi, 31enne originaria di Alzano Lombardo (Bergamo) e residente a Bologna (14″46) e bronzo a Monica Graziana Contrafatto, 40enne originaria di Gela (Caltanissetta) e residente a Roma (14″73).
Le azzurre si erano qualificate per la finale dei 100 metri con i primi tre tempi assoluti. Nella prima batteria Sabatini aveva migliorato il suo stesso record del mondo abbassandolo a 14’39, con la Contrafatto seconda in 14’72. Nella seconda batteria la Caironi aveva risposto alle due connazionali andando subito a riscrivere il record mondiale a 14’37. Le tre medaglie consentono un balzo significativo nel medagliere, portando il bottino dell’Italia a quota 69 medaglie: 14 ori, 29 argenti e 26 bronzi. Una spedizione memorabile per i nostri atleti: battuto nettamente il bottino di Rio 2016 (39 medaglie) e superato il record di sempre (58 medaglie); che durava da Seul 1988.
Le prime parole
“L’abbiamo fatta sporca, siamo campioni del Mondo”. È incontenibile la gioia delle azzurre dopo la gara. “Si è creato un bello spirito, siamo felicissime” ha dichiarato la bergamasca Caironi. “È quello che sognavamo, è bellissimo” ha continuato alla Rai la neo campionessa olimpica Sabatini che ha iniziato a gareggiare dopo aver perso una gamba in un incidente proprio ispirandosi alla Caironi, anche lei privata di un arto dopo un incidente in moto. “Io voglio dedicare la mia medaglia a quell’altro Paese che mi ha tolto qualcosa ma in realtà mi ha dato tanto, l’Afghanistan” rivela invece la Contrafatto dopo il bronzo. Nel 2012 era un caporal maggiore dei bersaglieri in missione in Afghanistan. Durante un attacco alla base italiana venne colpita a una gamba dalle schegge di una bomba che le provocarono danni anche all’arteria femorale, all’intestino e a una mano. Poi le venne amputata la gamba destra.
Le altre medaglie
Medaglia d’argento per Elisabetta Mijno e Stefano Travisani nella gara a squadre miste del tiro con l’arco ricurvo. La coppia italiana è stata sconfitta per 5 a 4 al tiro di spareggio dai rappresentanti del Comitato Paralimpico russo, Margarita Sidorenko e Kirill Smirnov. Allo Yumenoshima Field di Tokyo, Mijno, 35 anni di Moncalieri, e Travisani, 35 anni di Milano; entrambi portacolori delle Fiamme azzurre, al primo turno avevano sconfitto 6 a 0 la Mongolia, ai quarti 6 a 2 il Giappone e in semifinale 5 a 3 l’Iran.
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