Ecco le nuove regole e gli obblighi vaccinali del nuovo decreto di regime

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Cambia tutto, di nuovo, a pochi giorni dall’ultima volta in cui le regole erano state nuovamente cambiate. Insomma: il caos burocratico che dovrebbe sconfiggere il covid, e che invece produce solo ulteriore confusione nella vita dei cittadini, si colora di un nuovo capitolo. Quello odierno. Dopo una lunga cabina di regia e un infiammato consiglio dei ministri, con i partiti di maggioranza divisi su obbligo vaccinale e super green pass, ecco le ennesime misure di contrasto al coronavirus.

Esteso l’uso del super green pass? No. Vince la Lega

La prima novità riguarda alcune attività in cui si potrà entrare solo esibendo un green pass. Dovranno avere il lasciapassare semplice (ottenuto anche con tampone):

Di fatto, mettendo insieme le odierne disposizioni e quelle del decreto del 31 dicembre, i non vaccinati potranno andare solo in farmacia e al supermercato.

Va detto che una prima bozza del decreto prevedeva addirittura che l’accesso fosse consentito “esclusivamente ai soggetti in possesso delle certificazioni verdi Covid-19, di vaccinazione e guarigione”. La Lega però si è opposta in consiglio dei ministri: dopo che il ministro del Turismo Massimo Garavaglia ha minacciato di non votare il testo, la misura è stata stralciata.

Obbligo vaccinale o super green pass?

Il vero snodo cruciale riguarda però l’obbligo vaccinale. Dalla cabina di regia era uscita una indiscrezione che, soli nel mondo dei media, ci aveva fatto drizzare le orecchie: l’idea emersa dalle agenzie di stampa e dalle indiscrezioni era quella di chiedere il super green pass (vaccinato o guarito) ai lavoratori over 50, e costringere invece alla vaccinazione i maggiori di 50 anni disoccupati. Una sorta di discriminazione tra occupati (cui sarebbe bastata la guarigione) e non occupati (costretti al vaccino) che ci suonava strana.

Lo scontro politico in Cdm

Per tutto il pomeriggio le forze politiche si sono scontrate su questo punto, facendo prolungare sia la cabina di regia che il consiglio dei ministri. Il Pd e il resto della sinistra avrebbero imposto l’obbligo a tutti i cittadini. Forza Italia aveva chiesto il green pass rafforzato solo per i lavoratori. Il M5S si era detto all’inizio contrario ad obblighi vari. Mentre Lega avrebbe alzato l’asticella dai 60 anni in su (“Siamo responsabilmente al governo ma non acquiescenti a misure, come gli obblighi che incidono profondamente sulla libertà al lavoro che è tutelata dalla costituzione o a misure senza fondamento scientifico visto che la maggioranza assoluta dei ricoverati Covid ha ben più di 60 anni”, hanno fatto trapelare, a consiglio dei ministri in corso, i ministri Giorgetti, Garavaglia e Stefani).

Obbligo vaccinale per gli over 50

Alla fine, comunque, si è approdati alla mediazione proposta da Mario Draghi. Tutti gli over 50 saranno costretti a vaccinarsi “per la prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2”. La disposizione “si applica ai cittadini italiani e di altri Stati membri dell’Unione europea residenti nel territorio dello Stato, nonché ai cittadini stranieri”. L’obbligo però sarà a tempo. Per ora vige fino al 15 giugno 2022, come se l’immunità avesse una data di scadenza: poi che si fa, ci si può “svaccinare”?

Esenzioni dall’obbligo

Saranno possibili eccezioni, come previsto oggi per le categorie di lavoratori in cui vige già la vaccinazione obbligatoria (forze dell’ordine, medici, infermieri…). “L’obbligo – si legge nel decreto – non sussiste in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale o dal medico vaccinatore, nel rispetto delle circolari del Ministero della salute in materia di esenzione dalla vaccinazione anti SARS-CoV-2; in tali casi la vaccinazione può essere omessa o differita”. Altro punto importante riguarda la guarigione. In caso un soggetto sia stato infettato ed abbia superato la malattia indenne, non sarà costretto a immunizzarsi. O almeno non nell’immediato. “L’avvenuta immunizzazione a seguito di malattia naturale – si legge – comprovata dalla notifica effettuata dal medico curante, determina il differimento della vaccinazione”.

Le regole per i lavoratori no vax

E se un no vax decidesse di infischiarsene dell’obbligo? Per quanto riguarda i lavoratori, “dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata” il datore di lavoro “può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni lavorativi”. Il tutto non produrrà conseguenze disciplinari e il non vaccinato conserverà comunque il posto. “Per i giorni di assenza ingiustificata – si legge – non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominati.” Inoltre, in caso di violazioni, il no vax senza super green pass pizzicato al lavoro dovrà pagare una sanzione amministrativa “stabilita nel pagamento di una somma da euro 600 a euro 1.500”.

Inoltre, il Cdm ha deciso di introdurre anche l’obbligo vaccinale al personale universitario, ora equiparato a quello scolastico. L’obbligo vale per tutti, senza limiti di età.

La scuola gioca a 1,2,3.. stella!

Non ci sarà lo slittamento delle vacanze natalizie per la scuola. Però cambiano anche qui le regole per il rientro in classe degli alunni in caso di positività di uno degli studenti. E diventano sempre più complicate.

1) Per la fascia 0-6 anni: basta 1 positivo in classe per far scattare la quarantena per tutti per 10 giorni.

2) Per la scuola primaria (elementari):

3) Per le scuole secondarie di primo grado (medie) e nelle scuole secondarie di secondo grado (superiori):

Sì allo smart working

Si torna allo smart working. I ministri Renato Brunetta e Andrea Orlando hanno infatti firmato una circolare per sensibilizzare le amministrazioni pubbliche e i datori di lavoro privati a far ricorso agli “strumenti di flessibilità che le discipline di settore già consentono sul ricorso allo smart working”.

da https://www.nicolaporro.it

 

 

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