Elezione dei giudici costituzionali: un ingorgo parlamentare
Ingorgo parlamentare
Al via del nuovo anno, smaltiti i bagordi natalizi e i dolci della befana il parlamento sarà chiamato a importanti tappe legislative a cui dover provvedere entro tempi rapidissimi.
Il Governo è intenzionato a procedere spedito nel suo progetto di cambiamento del paese e, al netto delle questioni contingenti, a dare seguito alle importanti riforme cui sta lavorando da tempo
La riforma della giustizia con la separazione delle carriere dei magistrati il primo scoglio piuttosto impegnativo che vedrà il parlamento occupato sulle pregiudiziali di costituzionalità delle opposizioni che hanno promesso battaglia. Poi il decreto PNRR quello Caivano bis, la riforma della Corte dei Conti ecc.
Tutti pezzi di un paese immaginato in campagna elettorale e a cui occorre dare forma compiuta
Ma la prima dead line certa è quella del 20 Gennaio, data in cui la Corte Costituzionale dovrà decidere definitivamente sui referendum abrogativi della legge sull’autonomia differenziata. Il punto è tuttavia che ancora ad oggi maggioranza e opposizione non hanno trovato l’accordo sull’elezione dei quattro giudici mancanti dal 21 Dicembre.
Attualmente la Corte consta di 11 membri su 15, il minimo legale per deliberare, ma il rischio di paralisi è comunque molto accentuato e serve assolutamente colmare il gap numerico
Riusciranno maggioranza e opposizione a convergere su 4 nomi concordati per il supremo collegio costituzionale?
Difficile fare pronostici dal momento che l’opposizione non pare mostrare alcuna apertura circa le proposte in campo e certamente potrebbe lucrare dal punto di vista propagandistico sulla debole funzionalità della Corte a ranghi ridotti
In generale servirebbe senso istituzionale di tutte le parti in campo e sarebbe stato interessante sentire il Presidente Mattarella dir qualcosa a riguardo nel discorso di capodanno. Non è avvenuto ma siamo certi che il Presidente della Repubblica eserciterà tutti i poteri di moral suasion per sciogliere il nodo gordiano.
Certamente, il tema è assai urgente non solo per la sopra indicata dead line del 20 Gennaio ma piu in generale per il corretto funzionamento costituzionale dello Stato.
Non è cioè ammissibile una Corte Costituzionale a scarto ridotto e soprattutto ostaggio dei partiti, interessati a piazzare giudici di area. Certo, è comprensibile da parte del centrodestra rivendicare ciò che per la sinistra sembra derivare da un supposto diritto divino ( nominare chi gli parte quando gli pare e nei posti che gli pare) salvo poi lamentarsi di deriva antidemocratica se il centrodestra fa lo stesso
Ciononostante è un metodo errato che appunto rende un organo di garanzia ostaggio di dinamiche partitiche a cui dovrebbe essere estraneo.
Si dirà che è colpa dell’art. 135 Cost che appunto riserva al parlamento l’elezione di un terzo dei giudici costituzionali e del meccanismo di rinnovo progressivo per evitare le nomine a pacchetto.
Ed è vero
Assolutamente vero. E forse è proprio da lì che bisognerebbe ripartire per il futuro. Una riforma della norma costituzionale volta quantomeno a reintrodurre la prorogatio in caso di vacanza. Ormai più di 50 anni di vigenza della legge costituzionale che la ha abolita dovrebbero suggerire che non si sta andando nella direzione giusta.
Soprattutto in tempi di estrema polarizzazione politica quali quelli che stiamo vivendo a cui invece sarebbe opportuno sottrarre gli organi di garanzia.
A dire il vero non ci sono troppe speranze in tal senso e l’incapacità a suo tempo di convergere sul Presidente della Repubblica (avvenne sia con Napolitano che con Mattarella) non lascia presagire nulla di buono
Bisogna fare i conti con un Parlamento che da questo punto di vista è ancora immaturo e che non sa trovare i necessari punti di sintesi.
Oggi che ci troviamo a un punto di svolta sicuramente importante viste le riforme in campo e il delicato momento storico sarebbe necessario uno scatto di qualità da parte dell organo legislativo che per un momento dovrebbe abbandonare le contrapposizioni di parte a favore della qualità della nostra democrazia, altrimenti Ancor più in bilico e a rischio delegittimazione.
Leggi anche: I Beati comunisti e San Berlinguer, tra sacrilegio e falsificazione della storia
www.facebook.com/adhocnewsitalia
SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT