Elly e Renzi il vero scandalo di settembre. Ma conte..
Sarà che quella mentalità bigotta della sinistra, bacchettona, quasi peggio che clericale, ha il sopravvento. La stessa mentalità che portò per tanti anni a criminalizzare Nilde Iotti, perché Togliatti precedentemente aveva già una moglie.
O magari più realisticamente sarà il fatto che la sinistra tende a vivere di odio, e quando si tratta di attaccare un avversario, non si ferma davanti a niente.
Ormai Nilde Iotti è stata elevata all’onore della santità per la sinistra, quindi meglio non parlarne.
Se non ci facciamo abbindolare ed accettare dal gossip, oggi il vero scandalo è il possibile matrimonio politico tra chi doveva essere il rinnovamento, guidando il partito dei giochi di palazzo, Elly Schlein e Matteo Renzi.
Il rottamatore, che rischiò di essere rottamato e decise di continuare a sostenere la retorica di perpetuare sempre sull’usato garantito.
Elly non doveva far sognare qualcuno?
Il Partito Democratico è un partito fortunato. Perché ha una base che continua a votarlo a prescindere da qualunque cosa.
Uno zoccolo duro non trascurabile, non determinante per una vittoria,però preziosissimo per un partito che vive sistematicamente tradendo le promesse elettorali.
Qualcuno ha sognato che potesse generarsi la soluzione internamente al partito. Con la ragazza venuta dalla base, che arriva alla segreteria; Davide che sfida Golia.
Ad essere sinceri io non ho mai creduto a questa versione della storia.
Non soltanto perché non voto PD, ma soprattutto perché Schlein non è una povera ragazza venuta dalla gavetta.
Nata in una condizione di privilegio, maturata negli ambienti radical chic più raffinati, che fa sognare la base grazie a un grande staff di comunicazione. Tutto quello che non può permettersi una venuta dal niente.
Un matrimonio svantaggioso
Però questo matrimonio dovrebbe disgustare la segretaria del rinnovamento. Soprattutto perché può disilludere tutta una parte di persone che era tornata a votare Partito Democratico.
A che serve legarsi ad un uomo che va alla deriva?
Questo lo capisce anche Giuseppe Conte. Che è insidiato da Beppe Grillo, sulle questioni morali che rendevano il movimento differente dagli altri. Proprio perché manteneva una struttura movimentista e non di partito.
Poi per il potere si fa tutto. Ma le mosse debbono essere vincenti.
Matteo Renzi può costare caro soprattutto ai pentastellati
Un campo largo con Renzi, se anche arriva a vincere, porta ad un emorragia di consenso proprio in seno al partito di Conte. Quindi sarebbe un accordo notevolmente a ribasso per lui.
Inoltre se dicesse di sì all’accordo con Renzi, darebbe la volata a Grillo per spaccare davvero il Movimento.
Il campo largo in realtà è un armata a Brancaleone. Che rischia di naufragare con lo stesso entusiasmo nel quale naufrago la gioiosa macchina da guerra di Occhetto.
In politica le alleanze sono essenziali. Le accozzaglie letali.
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