Emanuele Filiberto di Savoia ed il governatore Giani
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Antonio Bellizzi di San Lorenzo:
A proposito della ‘’Condanna dei Savoia’’, di cui ad articolo Repubblica-Firenze 29/11/2023, “A San Rossore con il principe”.Giani nella bufera per l’invito”.
Premesso che Emanuele Filiberto di Savoia, nato nel 1972, per Statuizione politico-costituzionale del 1948 e quindi precedente alla sua nascita (caso unico), è stato in esilio fino al 2003, allora delle due l’una : o Emanuele Filiberto, come qualsiasi cittadino, risponde solo delle sue azioni individuali ai sensi degli artt. 2, 3 e 27 della Costituzione e dunque non ha senso logico− prima che morale e giuridico− che venga invocata, a suo svantaggio, una lettura a senso unico, riferita genericamente alla stirpe ‘Savoia’, oppure, se lo si considera come esponente di una Dinastia storica, questa deve essere considerata nella sua complessiva storia millenaria di Casato italiano,che ha dato compimento ad Unita’ dello Stato italiano e, da prima, ha lasciato magnifiche opere artistiche, ora patrimonio UNESCO (dimore reali di Torino, Stupinigi, Racconigi, Venaria etc. oltre basiliche e santuari), ha contato 37 Santi, Beati e Servi di Dio, personaggi epici , come Emanuele Filiberto “testa di ferro” ed Eugenio salvatore d’Europa dall’aggressione turca,ha fondato Arma dei Carabinieri (1814),etc., non potendosi riferirsi strumentalmente, in negativo soltanto ad unica complessa figura del terzo Capo dello Stato italiano, ossia Vittorio Emanuele III, ridotto a parafulmine storico e capro espiatorio di comodo di tutte le negatività, esecrande aberrazioni e tragedie del ‘Ventennio’ 1922-1945, dalle quali invece tanti autorevoli personaggi riciclatisi in Repubblica sono stati esentati e di cui i Savoia (oltre esilio dei discendenti maschi diretti) hanno avuto ricadute personali pesantissime,come morte di Mafalda in Campi nazisti, in cui furono internati dai Tedeschi (1943) pure altri membri della Famiglia reale.
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