Un grido di aiuto da parte degli agenti perché venga riportata la situazione terrificante in cui sono costretti ad operare i poliziotti che quotidianamente provano a darci sicurezza.
Situazione parco macchine:
Attualmente la Questura di Firenze ha a disposizione, sulla carta, un numero non precisato di volanti. La realtà dei fatti vede però, quando va bene, un massimo di 8 volanti circolanti. Questo significa che nei casi (ahimè rari) in cui ci siano 8 squadre sul territorio, e una di queste sia impegnata su un intervento che scavalla l’orario di turno, andando a invadere il turno successivo, la squadra montante sia senza auto.
In media il territorio è coperto da 5 squadre, con 3 auto di scorta. La conseguenza matematica è che non ci sono abbastanza auto a disposizione delle squadre montanti.
La regola vuole che ogni squadra, alla fine del proprio turno di servizio, debba scrivere gli atti di fine turno. La cosa sembra normale agli occhi di tutti. Un rapporto è fondamentale. La cosa pazzesca è che il rapporto deve essere redatto presso gli uffici della Questura in Via Zara, mentre le squadre in servizio partono dal Magnifico, che è vicino all’aeroporto. Non ci vuole una mente particolarmente acuta per capire che le squadre montanti non hanno macchine perché sono parcheggiate in Questura. Di conseguenza gli agenti montanti devono prendere una navetta che dal Magnifico li porti in Questura.
Le volanti attualmente in dotazione sono delle Seat Leon 1.9 Tdi. Macchine affidabili che hanno un però: il loro motore ha una potenza tale che possano fare agevolmente un inseguimento. Ma durante il normale pattugliamento del territorio, il motore gira veramente basso e impasta i vari filtri. Per disposizione ministeriale, appena si accende una spia, la macchina va ricoverata per accertamenti. Questo avviene secondo un iter burocratico tipico italiano. E come tale farraginoso. In buona sostanza, per fare un cambio d’olio che alla nostra auto faremmo in circa 30 minuti (a prenderla lenta), per una “pantera” occorrono circa 20 giorni.
Abbigliamento:
il Ministero dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) fornire agli agenti due cambi, sostituibili ogni due anni, ma così non avviene. Anzi a volte non fornisce nemmeno il cambio singolo.
Siamo arrivati al paradosso che alcuni agenti anziani di servizio hanno ricevuto 1 solo paio di anfibi a metà degli anni ’90 e il paio sostitutivo dopo circa 20 anni. Pensate cosa possa significare dover indossare le stesse scarpe tutti i giorni per 20 anni. E stiamo parlando di anfibi invernali; quelli estivi… mai visti.
Spesso i nuovi agenti sono obbligati, se vogliono lavorare, a comprarsi anfibi, maglia e pantaloni. E questi capi sono acquistabili privatamente. Nel caso del giubbotto, che invece non è in vendita nei negozi, c’è quello a disposizione di tutti (1 per taglia) che viene indossato e passato al turno successivo.
La fondina, che ricordo serve a portare in sicurezza la pistola, è stata sostituita con una nuova che presenta un difetto di progettazione e di costruzione. Questa nuova fondina ha un punto di rottura che porta l’agente a perdere l’arma per strada. Tutte le fondine rotte sono state riportate indietro per la sostituzione che però non può essere fatta perché non ce ne sono abbastanza. L’idea è stata quindi quella di riprendere quelle vecchie che, in un modo o nell’altro, funzionavano. Problema: il colore delle vecchie è diverso da quelle nuove, quindi non va bene. Soluzione: gli agenti devono comprarsi la fondina nei negozi. A spese loro, naturalmente.
Dispositivo INDISPENSABILE di ogni poliziotto sono i guanti. Quelli passati dal Ministero sono molto belli, però in pelle. Ciò significa che sono permeabili, si tagliano e si perforano. Magari sono buoni per le manifestazioni ufficiali, ma di certo non vanno bene per il lavoro sul territorio. Soluzione? La solita: il bravo agente va al negozio, apre il portafogli, e si compra i suoi guanti antitaglio.
Facendo due calcoli:
Anfibi | € | 180 |
Fondina | € | 60 |
Guanti | € | 70 |
Maglietta | € | 35 |
Pantaloni | € | 80 |
Giubbotto, quello che capita. Per un totale di circa 425 euro che ogni agente deve pagare di tasca propria per poter lavorare in condizioni decenti.
Domani la fine dell’inchiesta.