Enrico Rossi, ci risiamo. Dopo le accuse di falso in bilancio del 2016, misteriosamente insabbiate, per il buco di 440 milioni di Euro della ASL di Massa Carrara, un’altra ingiuria infamante si sta abbattendo contro il povero governatore della Toscana.
È proprio vero che in Italia chi fa bene, e chi fa del bene, viene costantemente bersagliato. Non c’è pace per gli artisti. Oggi Enrico Rossi, sicuramente uno dei migliori governatori che la Toscana abbia mai avuto, viene accusato in maniera meschina e velenosa di aver manipolato la gara di appalto del TLP (trasporto pubblico locale) facendo trapelare notizie sull’esito finale della gara. Una quisquilia da 4 miliardi di Euro. Sciocchezze.
Il gruppo francese Ratp è stato il vincitore della gara, per onore di cronaca. E quei birboni della società sconfitta, la Mobit, hanno deciso di fare un esposto. Non si fa!
Ricordatevi che Enrico Rossi è un benefattore, praticamente una via di mezzo tra Ghandi e Mandela. Lui che ha fatto così tanto per l’integrazione da voler destinare nel 2018, 1,5 milioni di Euro per i suoi amici zingari.
Rossi è un valoroso, indubbiamente, e gli va riconosciuta una cosa: non ha problemi a citare anche gli avversari politici. infatti recita a memoria Berlusconi quando sul suo profilo FaceBook declama: “La cosa più vergognosa e triste di questa vicenda è la strumentalizzazione della giustizia amministrativa e ora persino di quella penale“. Poesia pura.
È giusto che il Gov (mi ricorda Mel Brooks in Mezzogiorno e mezzo di fuoco) si tuteli querelando i lestofanti della Mobit. E che si ricordi, in fase di querela, di aggiungere la definizione di fascioleghisti. Che è sempre di sicuro impatto.
Leggi anche: i soldi di Chavez finanziano il Movimento 5 Stelle