Enrico Rossi non vuole in Toscana cittadini cinesi senza casa

È un Enrico Rossi in grande difficoltà quello di questi giorni, dall’antirazzismo come rimedio universale contro il Covid19, siamo passati ad un dietrofront forzato su indicazione del governo centrale ad addirittura affermazioni degne del più sovranista dei controllori della immigrazione, del più convinto costruttore di muri contro gli stranieri.

Paiono lontani i giorni delle dichiarazioni di vicinanza, di visita ai luoghi ed alle scuole di maggiore integrazione e densità orientale.

“Serve l’isolamento, dateci un luogo dove stare”

Il senso di responsabilità ed autodisciplina del popolo cinese, è arrivato laddove il buonsenso dei politici di casa nostra non osa, e chiede luoghi per auto-quarantene che le Asl nostrane non vogliono o non possono trovare.

La comunità cinese attraverso un suo portavoce tra i più ascoltati della comunità pratese ha fatto sapere che presto rientreranno in città 600 persone.

L’importante è agire adesso“.

Ma il Presidente Rossi risponde così: “Nessun centro di isolamento a Prato. Chi non ha alloggio non torni”

Parole che non ti aspetti, e che gettano un’ombra di diffidenza sugli atteggiamenti precedenti, che appaiono di maniera e non partecipati e sentiti realmente.

Il paladino dell’accoglienza e buonismo antirazzista, si è avvicinato alle istanze leghiste di accogliere solo immigrati con casa e lavoro? Forse è stato folgorato sulla via di Damasco dalle parole del becero Salvinismo?

La nota di palazzo Strozzi Sacrati

Noi non allestiremo strutture temporanee che risolvano problemi di domicilio per chi non ha un alloggio adeguato dentro cui auto isolarsi, come sembra ci venga richiesto dagli imprenditori cinesi di Prato che adesso annunciano di voler negare gli alloggi a chi rientrerà dalla Cina generando così situazioni di sfruttamento e illegalità in contraddizione con le leggi italiane. Le disposizioni del Ministero parlano con chiarezza di una quarantena a domicilio volontaria sotto sorveglianza attiva da parte degli operatori sanitari. Solo in casi eccezionali di condizioni igieniche ambientali, ripete ancora l’ordinanza, le aziende sanitarie hanno l’obbligo di disporre soluzioni alternative equivalenti al domicilio quanto a efficacia di isolamento e di controlli. Sentiamo dire di alcune centinaia di persone che tornerebbero senza avere domicilio e che chiedono a noi di istituire centri di isolamento. Voglio essere chiaro, invito la comunità cinese e il console a garantire che coloro che sono senza domicilio adeguato non ritornino in Toscana. La questione ha un evidente risvolto nazionale e pertanto chiederò che anche il governo intervenga nei confronti delle autorità cinesi.”

Questa la nota di Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana.

Ci prepariamo a vedere un nuovo candidato toscano nelle file del Carroccio? A giudicare da queste parole parrebbe proprio di sì.

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