Sono venuto in possesso del documento redatto da Ministero della Salute, Presidenza del Consiglio dei Ministri, ISS, agenas e Aifa per il programma di vaccinazione.
Cominciamo dai milioni di dosi che, al livello europeo, verranno somministrati da qui al primo trimestre del 2022, suddiviso per aziende produttrici:
Vaccini (azienda) |
Q1 2021 |
Q2 2021 |
Q3 2021 |
Q4 2021 |
Q1 2022 |
TOTALE |
Astra Zeneca |
16,155 |
24,225 |
– |
– |
– |
40,38 |
PF/BT |
8,749 |
8,076 |
10,095 |
– |
– |
26,92 |
J&J * |
– |
14,806 |
32,304 |
6,73 |
– |
53,84 |
Sanofi/GSK |
– |
– |
20,19 |
20,19 |
– |
40,38 |
Curevac |
2,019 |
5,384 |
6,73 |
8,076 |
8,076 |
30,285 |
Moderna |
1,346 |
4,711 |
4,711 |
– |
– |
10,768 |
TOTALE |
28,269 |
57,202 |
74,03 |
34,996 |
8,076 |
202,573 |
media x mese |
9,421 |
19,065 |
24,676 |
11,665 |
2,692 |
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Le prime categorie in Italia
In Italia c’è stata una suddivisione in tre categorie considerate a rischio alle quali verrà data la priorità programma di vaccinazione.
Operatori sanitari e sociosanitari:
Gli operatori sanitari e sociosanitari “in prima linea”, sia pubblici che privati accreditati, hanno un rischio più elevato di essere esposti all’infezione da COVID-19 e di trasmetterla a pazienti suscettibili e vulnerabili in contesti sanitari e sociali. Inoltre, è riconosciuto che la vaccinazione degli operatori sanitari e sociosanitari in prima linea aiuterà a mantenere la resilienza del servizio sanitario. La priorità di vaccinazione di questa categoria è supportata anche dal principio di reciprocità, indicato dal framework di valori SAGE e rappresenta quindi una priorità assoluta.
Residenti e personale dei presidi residenziali per anziani.
Un’elevata percentuale di residenze sanitarie assistenziali (RSA) è stata gravemente colpita dal COVID-19. I residenti di tali strutture sono ad alto rischio di malattia grave a causa dell’età avanzata, la presenza di molteplici comorbidità, e la necessità di assistenza per alimentarsi e per le altre attività quotidiane. Pertanto, sia la popolazione istituzionalizzata che il personale dei presidi residenziali per anziani devono essere considerati ad elevata priorità per la vaccinazione.
Persone di età avanzata.
Un programma vaccinale basato sull’età è generalmente più facile da attuare e consente di ottenere una maggiore copertura vaccinale. È anche evidente che un programma basato sull’età aumenti la copertura anche nelle persone con fattori di rischio clinici, visto che la prevalenza di comorbidità aumenta con l’età. Pertanto, fintanto che un vaccino disponibile sia sicuro e efficace nelle persone di età avanzata, considerata l’elevata probabilità di sviluppare una malattia grave e il conseguente ricorso a ricoveri in terapia intensiva o sub-intensiva, questo gruppo di popolazione dovrebbe rappresentare una priorità assoluta per la vaccinazione. Le priorità potrebbero cambiare sostanzialmente se i primi vaccini disponibili non fossero considerati efficaci per gli anziani.
Le stime numeriche sono le seguenti:
CATEGORIE |
TOTALE |
Operatori sanitari e sociosanitari* |
1.404.037 |
Personale ed ospiti dei presidi residenziali per anziani */** |
570.287 |
Anziani over 80 anni ** |
4.442.048 |
OS + ANZIANI over 80 + ANZIANI PRESIDI RESIDENZIALI |
6.416.372 |
CATEGORIE |
TOTALE |
Persone dai 60 ai 79 anni * |
13.432.005 |
Popolazione con almeno una comorbidità cronica */** |
7.403.578 |
Con l’aumento delle dosi verranno vaccinate le altre categorie a rischio moderato quali anzitutto gli insegnanti ed il personale scolastico, le forze dell’ordine, il personale delle carceri e dei luoghi di comunità, etc.
Logistica e approvvigionamento
Innanzitutto la frase di inizio del paragrafo: “Gli aspetti relativi alla logistica e alla catena di approvvigionamento (supply chain), stoccaggio e trasporto dei vaccini saranno di competenza del Commissario Straordinario”. Questo già da sé dovrebbe essere sufficiente senza bisogno di ulteriori commenti.
Per i vaccini che necessitano di catena del freddo standard (tra i 2° e gli 8°) si adotterà un modello di distribuzione “hub and spoke“, con 1 sito nazionale di stoccaggio e una serie di siti territoriali di secondo livello.
Per quanto riguarda invece i vaccini che necessitano di catena del freddo estrema, questi verranno consegnati direttamente dall’azienda produttrice presso 300 punti vaccinali, che sono stati condivisi con le Regioni e le Province Autonome.
Punti vaccinali e organizzazione delle sedute
Nella fase iniziale del programma di vaccinazione, si prevede una gestione centralizzata della vaccinazione con l’identificazione di siti ospedalieri o peri-ospedalieri e l’impiego di unità mobili destinate alla vaccinazione delle persone impossibilitate a raggiungere i punti di vaccinazione. Il personale delle unità vaccinali sarà costituito da un numero flessibile di medici, infermieri, assistenti sanitari, OSS e personale amministrativo di supporto. Si stima, al momento, un fabbisogno massimo di circa ventimila persone.
Con l’aumentare della disponibilità dei vaccini vedremo il coinvolgimento degli ambulatori vaccinali territoriali, dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta, della sanità militare, e dei medici competenti delle aziende.
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