Caro Prof. Galli, tanto tuonò che piovve. I nostri infettivologi di fiducia terribilmente ammalati di protagonismo televisivo, sono finiti sotto la lente di ingrandimenti di chi, onestamente non ne può più. Nella fattispecie parliamo del Prof. Galli, direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano.
È proprio un momentaccio per Galli: prende schiaffi da tutte le parti. Iniziamo con un esposto denuncia dell’Ing. Giuseppe Reda (Ricercatore del reparto di chimica alla Unical) che lo ha denunciato presso le Procure di mezza Italia: Bergamo, Brescia, Catanzaro, Grosseto, Livorno, Milano, Padova, Pisa, Roma, Torino, Venezia, Verona, Napoli, Frosinone, Modena, Prato, Viterbo.
Una denuncia che è veramente roba da poco. “Diffusione di notizie false atte a turbare l’ordine pubblico con conseguente procurato allarme, generazione di crimini contro l’umanità con misure drastiche che portano segnatamente alla libertà di circolazione, alla libertà di iniziativa economica, alla libertà di riunione, di associazione”.
Smentito dal suo stesso ospedale
Dopo che il Prof. Galli aveva dichiarato candidamente: “dei 20 letti che seguo direttamente almeno uno su tre ormai è occupato da contagiati da una variante”, è arrivata la secca smentita dell’ospedale. In una nota, il nosocomio dichiara: “Tali affermazioni al momento attuale non rappresentano la reale situazione epidemiologica all’interno del Presidio”.
Bacchettato da Bassetti
Oltre al Sacco, dove in teoria dovrebbe giocare in casa, arriva anche il carico da 11 del Prof. Bassetti: “Ho appena finito di vedere tutti i pazienti ricoverati qui nel mio reparto al San Martino, come faccio ogni giorno da oltre un anno. Abbiamo anche qualche caso di varianti inglesi, che non rappresentano la maggioranza.“
Poi, per evidenziare il concetto Bassetti rincara la dose: “I pazienti con queste varianti hanno un andamento clinico come tutti gli altri senza particolari differenze. Trovo importante vigilare sul problema varianti, ma non terrorizzare la gente. Questa è la differenza tra chi fa il medico in corsia e chi si considera o è considerato esperto dalla stampa e dalla politica, ma pazienti non ne ha visti e non ne vede.”
In effetti, aggiungo io, se il Prof. Galli andasse un po’ più in visita nel suo reparto invece di praticare onanismo intellettuale in televisione, forse si ricorderebbe quale è il suo vero mestiere. Fare il medico.
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