Europa: anima dei giganti cercasi
Papa Francesco, visitando l’Ungheria, ha pronunciato alcuni significativi discorsi, anche di carattere etico-antropologico (vedi il fermo no all’aborto ed alla cultura gender).
La stampa italiana, sempre maniacalmente attenta ai risvolti “politici – partitici” delle mosse vaticane, ha saltato questi “particolari” ed ha virato totalmente sul tema dei nazionalismi.
Entro questo clima è stato quasi del tutto ignorato il bacio del Papa alla croce del Metropolita ortodosso Hilarion. Allo stesso modo, sottovalutata un’altra importante sottolineatura:
“In questo frangente storico – ha detto Papa Francesco – l’Europa è chiamata a interpretare il ruolo che le corrisponde: unire i distanti, ( … ) non lasciare nessuno per sempre nemico”. Insomma ritrovare la sua anima, quindi “l’entusiasmo e il sogno dei padri fondatori” che “hanno saputo guardare oltre il proprio tempo, oltre i confini nazionali e i bisogni immediati, generando diplomazie capaci di ricucire l’unità, non di allargare gli strappi”. Al riguardo il Papa ha nominato Schuman, Adenauer e soprattutto De Gasperi, che cita testualmente: “La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano”.
Non siamo in grado, né ci sembra rispettoso fare l’esegesi delle parole del Santo Padre. Ci preme sottolineare l’omogeneità culturale, non casuale, dei personaggi citati, assoluti giganti del panorama dell’ispirazione cristiano democratica del secondo dopo-guerra.
È da qui che, secondo noi, Italia ed Europa possono ripartire. Il solco è tracciato: quello che apparteneva ai grandi padri fondatori del nostro continente e della nostra repubblica.
Assoluti giganti come questi ci mancano, come mancano all’Europa ed all’Italia.
Ma noi possiamo salire sulle loro robuste spalle e da lì, in umiltà e determinazione, tornare ad essere costruttori di futuro.
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