Europa: urne vuote o progetto chiaro?
Recenti sondaggi relativi al rapporto tra cittadini italiani ed Europa hanno dato risultati solo apparentemente contrastanti: cresce il numero degli “sfiduciati”, ma questo non si traduce in volontà di uscire dall’unione.
Analizzarne i motivi non ci sembra così difficile: nonostante burocrazie, barocchismi, divieti assortiti l’Europa ci garantisce comunque nei passaggi più delicati della storia recentissima. Quale formula per riassumere questo “precario” punto di equilibrio tra le due dinamiche? Il minor male possibile? L’insostenibile attrazione per i grandi numeri? La mai sopita speranza di realizzare, prima o poi, una vera unità continentale? Forse tante altre ancora?
Ad un anno dal rinnovo del parlamento europeo a suffragio universale diretto abbiamo dinanzi alcuni bivi non eludibili.
La domanda delle domande: se ciascuno Stato pensa a sé, chi è impegnato davvero a pensare a tutti?
Urne vuote?
La non risposta rischia di portare urne vuote o semivuote al prossimo appuntamento. Sono troppe infatti le dimostrazioni di interesse nazionale che annienta quello generale: politica dell’immigrazione, energetica, automobilistica…
Su tutto le mancate sincronie, per non dire diverse velocità e visioni, relative alla politica estera e militare sul conflitto russo-ucraino.
C’è ancora un lungo anno, difficile ed importantissimo, per ridare un’anima all’Europa.
Crediamo che molto passi anche dalla chiarezza della proposta politica che sarà presentata agli elettori. Pare ormai superata la formula ecumenica di gestione tra PPE (maggioritario) e PSE, con spruzzate liberaleggianti. Troppo evidenti le distanze su molti temi etici, culturali ed economici.
L’idea di presentare alle elettrici ed elettori una chiara alleanza PPE- CONSERVATORI, aperta ad altri contributi affini e compatibili, in netta alternativa al Partito Socialista Europeo, appare come il primo contributo di trasparenza ed autentica prospettiva per rifondare questo antico e sempre nuovo progetto.
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