Europarlamento: respinto l’emendamento dei Verdi sull’introduzione degli Eurobond
Il testo presentato all’Europarlamento chiedeva ai vari Stati membri di condividere la creazione e l’emissione di titolo di credito a livello U.E. 326 i voti contrari, 282 a favore, 74 astenuti. L’emendamento riguardava la risoluzione sulle misure che l’Unione Europea dovrà prendere per fronteggiare la crisi. Si tratta, lo specifichiamo, di un atto non vincolante, di una mera espressione di indirizzo politico, importante più che altro per capire l’opinione dei vari schieramenti. Non è infatti questa la sede in cui verranno prese le decisioni definitive.
Questo, comunque, è quanto diceva l’atto: “Per preservare la coesione dell’Ue e l’integrità della sua unione monetaria, una quota sostanziale del debito che sarà emesso per combattere le conseguenze della crisi del Covid-19 dovrà essere mutualizzato a livello Ue”
Parole che ci aiutano a capire cosa siano gli Eurobond nella forma, anche perché nella sostanza di fatto non esistono, visto che sarebbero uno strumento da creare ex novo, con un lungo e macchinoso percorso legislativo. Ciò che si comprende forte e chiara è la natura di questo strumento: l’ennesimo meccanismo a tutela dell’Euro e dell’Unione Europea da eventuali soluzioni indipendenti delle singole Nazioni.
Eurobond, ovvero un’ennesima cessione di sovranità
Trovare una quadra tra tutti gli Stati membri per l’emissione di queste obbligazioni pare abbastanza utopistico. Questo perché, per motivi diversi, non conviene a nessuno. Per creare debito in comune dovremmo avere politiche fiscali comuni, questo, di fatto, significherebbe più Europa per tutti. Quindi, in parole semplici, per le economie più floride, vorrebbe dire portare il peso di quelle meno floride, per quelle meno floride, sostenere vincoli esasperanti per stare dietro a quelle più floride.
Per capirsi, trattandosi di emissioni di titoli di credito a livello Comunitario, a gestirli sarebbe Bruxelles. Il problema è solo capire come. Le soluzioni attualmente presenti sono tutt’altro che rassicuranti: una è rappresentata dal solito Mes, che per trattato istitutivo è già predisposto a questo scopo. L’altra sarebbe la creazione di una sorta di Ministero dell’Economia dell’Ue. In entrambi i casi, si profilerebbe davanti a noi un ulteriore, poderosa, cessione di sovranità economica.
Il voto dei partiti italiani e le soluzioni alternative
Favorevoli Partito Democratico, Movimento 5 stelle e Fratelli d’Italia. Contrari Lega e Forza Italia.
Dopo il voto Il Movimento 5 stelle e il Pd hanno confermato la propria linea favorevole a trovare soluzioni solo nell’ambito dell’Unione Europea, attaccando la Lega e lanciando accuse contro il sovranismo. In questo contesto è incomprensibile la scelta filo-UE di Fratelli d’Italia.
Salvini, invece, stavolta ha dimostrato coerenza. Guardando a soluzioni indipendenti anziché gettarsi nelle braccia dei vampiri dell’Ue. Il leader della Lega ha detto di preferire l’emissione speciale di titoli di Stato per gli italiani con condizioni vantaggiose, riprendendo un’idea lanciata da CasaPound all’inizio della crisi. Simone Di Stefano, politico di punta delle tartarughe frecciate, già da diverse settimane insiste per una soluzione sovranista, presentata con il nome di “Credito pubblico nazionale”. La proposta prevede l’emissione da parte dello stato di uno speciale BTP, acquistabile solo da risparmiatori italiani, con una rendita del 2% + l’inflazione annua. Una soluzione, si legge, che garantisce a chi lo acquista una rendita sicura e allo Stato di indebitarsi con se stesso anziché con organismi sovranazionali. In questo modo il famigerato debito pubblico tornerebbe ad essere ciò che dovrebbe: credito privato in mano agli italiani.
Leggi anche: https://www.adhocnews.it/
www.facebook.com/adhocnewsitalia
www.youtube.com/adhoc
Tweet di @adhoc_news
europarlamento