La “grande globalizzazione” che ha preso il via negli anni 90 sembra conoscere un processo di ritorno: ripartono con maggior o minor vigore le antiche pulsioni nazionali, si riaffermano le identità territoriali e il nuovo precario ordine ne viene intaccato. Brexit, gli embarghi alla Russia, le “guerre commerciali” fra Usa, Cina e Ue, ne rappresentano la viva e quotidiana testimonianza.
In questa luce, serve che i futuri rappresentanti italiani al Parlamento Europeo – proprio a partire dalle radici europeiste, oggi appannate ma non cancellate, della nostra comunità – in un delicato equilibrio fra interessi nazionali e interessi europei, sappiano tutelare e proteggere questo patrimonio.
Per queste ragioni Coldiretti Toscana ha iniziato un giro di incontri con i candidati alle prossime elezioni europea nella circoscrizione Italia Centrale. A Firenze presso la sede regionale dell’organizzazione agricola oggi si sono incontrati per una prima tornata con la dirigenza Coldiretti: Tommaso Grassi e Elisabetta Pezzini, per La Sinistra, Silvia Noferi del Movimento 5 Stelle, Simona Bonafè del Partito Democratico, Andrea Barabotti responsabile organizzativo della Lega e Mario Razzanelli di Forza Italia.
Ai diversi convenuti Fabrizio Filippi e Antonio De Concilio, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti Toscana, oltre a presentare il radicamento territoriale dell’organizzazione hanno presentato il documento Coldiretti per una nuova visione europea per il sistema agricolo a alimentare.
“La prossima legislatura sarà fondamentale per l’assetto della politica agricola comune (Pac). Ancora una volta la Commissione ha individuato quale principale indiziato su cui scaricare i prevedibili tagli di bilancio, questa volta dovuti alla Brexit, gli agricoltori. Crediamo – ha detto Filippi – che non si possa continuare su questa strada che, peraltro, stride con gli obiettivi, da più parti sbandierati dalla Commissione UE, di un’Europa che investe nelle sue campagne come fattore di riequilibrio ambientale, sociale ed economico“.
“Chiediamo che non debba essere l’agricoltura a pagare di nuovo il conto“, si legge nel documento Coldiretti. “Occorre riequilibrare invece la spesa facendo in modo che la Pac possa recuperare con forza anche il suo antico ruolo di sostegno ai redditi ed all’occupazione agricola per salvaguardare un settore strategico per la sicurezza e la sovranità alimentare e per contribuire alla crescita dell’intera economia europea attraverso la filiera produttiva che esso alimenta“.
Tra le priorità espresse da Coldiretti anche la questione dell’etichettatura, con l’indicazione obbligatoria dell’origine agricola per tutti i prodotti alimentari. “In questa legislatura è stata persa un’occasione per realizzare quella trasparenza richiesta in primo luogo dai consumatori che in larga maggioranza, tanto a livello europeo che nazionale, vedono nell’origine degli ingredienti un fattore fondamentale per nella scelta di acquisto”, si legge sempre nel documento Coldiretti.
“La scelta dell’Europa su questo argomento è stata ancora una volta miope – ha detto Antonio De Concilio – infatti ha scelto di guardarsi indietro, tradendo le aspettative dei consumatori e di tutti quegli operatori del made in Italy che competono lealmente, agendo sulle leve della qualità e della fiducia dei consumatori. Per fortuna non siamo però soli: altri Paesi europei (siamo già a sette, Francia inclusa) stanno seguendo l’esempio dell’Italia ed hanno varato, o stanno per farlo, sistemi di etichettatura in deroga alle previsioni dell’Unione Europea. L’obiettivo della nuova legislatura – conclude – deve essere quello di assicurare le stesse garanzie di trasparenza dell’informazione sui cibi in tutta l’Unione Europea, dove rischiano di entrare in vigore nell’aprile 2020 norme fortemente ingannevoli per i consumatori. Anche per questo ai candidati incontrati è stato proposto di sottoscrivere la petizione europea STOP CIBO ANONIMO”.